A settembre la bistecca di mucca clonata arriva in tavola (ma non ce ne accorgeremo)

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Carne ma anche latte e formaggi. Alla fine dell’estate nei supermercati del Regno Unito si troveranno in vendita cibi provenienti da animali clonati. Lo scrive il quotidiano inglese Daily Mail che in verità lancia un allarme: bistecche e latticini prodotti a partire da discendenti di bestie clonate saranno indistinguibili da quelli naturali. Sulle etichette non comparirà alcun accenno alla loro natura transgenica. Tra i fautori più convinti della vendita “nascosta” di prodotti Ogm c’è la ministra dell’ambiente del governo Cameron: è stata proprio Caroline Spelman a coagulare attorno alla proposta di liberalizzare la vendita della pecora Dolly, una maggioranza bulgara all’ultimo Consiglio della Ue. Il pretesto è addirittura puerile: se l’Europa mantiene in vigore le limitazioni alla vendita di cibi Ogm si rischia una guerra commerciale con Stati Uniti, Brasile ed Argentina, grandi esportatori di mucche modificate geneticamente.
E mentre a Bruxelles si consolida il fronte contrario alla tracciabilità e alla filiera trasparente, anche da noi i pro-Ogm incassano una nuova adesione: quella del neopresidente di Confagricoltura, Mario Guidi, cinquant’anni, ferrarese, grande produttore di riso e cereali. Questa mattina, intervistato alla trasmissione radiofonica “La terra: dal campo alla tavola” (Radiouno Rai, ore 10,35) ha spezzato una lancia a favore dei cibi transgenici. Non è una novità: da tempo Confagri è schierata sul fronte degli antiproibizionisti. La necessità di sfamare un numero crescente di persone ci impone di non scartare l’opzione Ogm, ha detto Guidi, altrimenti non riusciremmo a dar loro da mangiare. Il ragionamento è vecchio come Noè, ma (non me ne voglia Guidi) parte da un presupposto sbagliato: le quotazioni dei cereali (per limitarci al regno vegetale) seminati e raccolti da noi sono fuori mercato per la stragrande maggioranza dei Paesi in via di sviluppo. Grano e mais Ogm sono troppo cari, ad esempio, per i Paesi africani alle prese con un deficit alimentare ultradecennale. Allora i casi sono due: o glieli regaliamo, oppure ammettiamo che vogliamo seminare e vendere i cereali transgenici sui nostri mercati. Naturalmente senza scrivere nulla sull’etichetta.
Il confronto si annuncia comunque molto aspro. Poco fa il ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano ha aperto le ostilità:  «Alzeremo un muro altissimo per impedire l’invasione degli Ogm che sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura. Punteremo tutto sulla qualità difendendo così anche i  nostri mercati. Impediremo che gli Ogm possano avere spazio». Musica per le orecchie della stragrande maggioranza degli agricoltori. Vedremo se Romano avrà il coraggio di sfidare anche i poteri forti della Ue su questo fronte.

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