La notizia è arrivata da noi, in Occidente, ieri ma in Cina è da qualche settimana che i contadini della provincia di Jangsu, nella parte orientale del Paese, sono alle prese con un fenomeno inquietante. Interi campi di cocomeri esplodono, come se all’interno dei frutti, cresciuti a dismisura fosse saltata una carica esplosiva. Ma di tritolo non c’è neppure l’ombra. Giornali e televisioni, inclusa la China Central Television che ha trasmesso in diretta alcune deflagrazioni, attribuiscono il fenomeno all’uso di un fertilizzante che accelera la crescita dei frutti in maniera anomala. La polpa si sviluppa più velocemente della buccia: da qui le esplosioni.
Ma la spiegazione non convince tutti. Crescite anomale e fritti che saltano in aria hanno colpito infatti pure alcune coltivazioni dove il concime “miracoloso” non è stato impiegato. Così alcuni scienziati fanno risalire l’origine delle angurie-bomba a una partita di semi importati dal Giappone. Lo riferisce l’agenzia di stampa Xinhua: una trentina di contadini ha piantato i semi giapponesi e pur non avendo impiegato che fertilizanti naturali registra la medesima percentuale di cocomeri al Tnt.
Difficili da controllare, queste notizie, come sempre quando a fornirle è un Paese, come la Cina, in cui l’informazione è a dir poco pilotata dal regime. La Coldiretti ha fatto sapere che da noi non possono arrivare le angurie esplosive: troppo lontano il Paese d’origine e troppo pesante il carico per rendere conveniente importare i cocomeri Made in China. Ora pero vien da chiedersi una cosa: se i medesimi fertilizzanti venissero impiegati per i pomodori? E chi ci assicura che l’importazione delle sementi anomale si limiti alle angurie? E’ difficile controllare l’ortofrutta a casa nostra, figuriamoci a 8mila chilometri di distanza. Forse basterebbe riuscire a capire dalla confezione da dove arriva realmente il prodotto che si sta acquistando.
Già, ma servirebbe l’etichetta “parlante”.
