Bertolli e Ragù: la Unilever vende ai giapponesi i falsi sughi italiani

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Due miliardi e mezzo di dollari per due campioni del falso made in Italy: tanto ha sborsato la giapponese Mizkan alla multinazionale anglo olandese Unilever par aggiudicarsi i sughi Bertolli e Ragù. Il primo brand è quel che rimaneva della storica scuderia italiana, dopo che Unilever aveva venduto (era il 2008) l’olio Bertolli, Sasso e Carapelli alla spagnola Sos Cuetara, poi divenuta Deoleo. Vale la pena di sottolineare che di italiano i due brand acquisiti dai nipponicio non hanno proprio nulla se non l’etichetta. Ragù è purtroppo un marchio registrato da decenni negli Stati Uniti. Mentre i sughi Bertolli hanno nomi improbabili come quello che si vede nell’immagine: Pecorino. Lo scorso mese cambio di proprietà anche per gli oli d’oliva: il fondo britannico Cvc Partners ha acquisito il controllo della Deoleo fortemente indebitata e lasciata sola dalle banche iberiche. Gli spagnoli avevano detto no a un’offerta avanzata da Fondo strategico italiano che puntava a riportare a casa i tre marchi storici dell’industria oleicola made in Italy. «Siamo di fronte a un episodio che conferma la disattenzione con cui in passato è stato difeso il patrimonio agroalimentare nazionale», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Una disattenzione che ha portato nel tempo «troppi a fare affari nel mondo con il falso made in italy che nulla ha a che fare con la realtà produttiva e occupazionale del Paese».

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