Caccia all’uovo senza diossina

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In Italia non ci sono uova tedesche contaminate dalla diossina. Ad assicurarlo è il ministero della Salute. Se ci fossero state contaminazioni da diossina, come è accaduto in Germania «sarebbero state subito segnalate dal sistema di allerta rapido», ha chiarito sabato scorso, 8 gennaio, Silvio Borrello, direttore generale per la sicurezza degli alimenti al ministero.
Per fortuna, ha fatto sapere la Coldiretti, nel nostro Paese è già in vigore  per le uova il sistema di etichettatura d’origine, con la  tracciabilità dall’allevamento al bancone del supermercato. Ma siamo sicuri che funzioni davvero? Per capirlo ho fatto un giretto all’Esselunga di viale Piave, a Milano, dove ho acquistato quattro confezioni di uova di altrettante marche. Tutte quelle disponibili: Aia, Coccodì. Maia ed Euroservice.



Ed ecco la sorpresa: per capire quale fosse effettivamente da dove venisse il frutto della fatica dei pennuti domestici ho dovuto aprire tutte e quattro le confezioni. Il codice che ne identifica  l’origine è stampigliato sull’uovo ma non sull’imballo. Quindi, alla fine, il consumatore deve comperare a satola chiusa. Per completezza d’informazione tutte le uova che ho acquistato provenivano da allevamenti italiani.

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