Carapelli, Bertolli e Sasso continueranno a essere prodotti in Italia. Con olio «comunitario»

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La multinazionale spagnola Deoleo conferma la decisione di mantenere le produzioni dei marchi Carapelli, Bertolli e Sasso in Italia, e ribadisce che non esiste alcun progetto di delocalizzazione industriale né di cessione dei marchi. La nota, recapitata in settimana nella casella email, arriva dopo una lunga polemica. I dubbi che l’azienda di Madrid volesse disimpegnarsi da nostro Paese erano più che fondati. Dopo aver chiuso lo stabilimento di Voghera, è partito infatti un piano di ristrutturazione con una lunga e complessa trattativa sindacale, sfociata nell’accordo del luglio scorso. In base all’intesa dal 14 ottobre 45 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione fino al 27 gennaio 2014. «Successivamente a questa data», si legge nel comunicato, «le 45 posizioni lavorative (leggi: 45 persone, ndA), «entreranno in mobilità». In tutto i dipendenti esodati dalla Carapelli-Deoleo sono 73: all’ultimo gruppo si aggiungono altri 28 lavoratori per i quali la cassa straordinarie è scattata a gennaio.
Ad alimentare i timori di un possibile disimpegno industriale del gruppo spagnolo dal nostro Paese l’impiego di materia prima rigorosamente  non italiana. Come ha scritto in una documentata ricostruzione Thomas Mackinson su Il Fatto Quotidiano l’acquisizione dei tre marchi italiani Carapelli, Bertolli e Sasso, si inserisce in una strategia che prescinde dall’italianità del prodotto: «Le grandi industrie avevano intravisto la possibilità di “vestire” di italian sounding miscele comunitarie che un frantoio tradizionale non l’hanno mai visto e di farle arrivare sugli scaffali del mondo a prezzi imbattibili, con etichette italiane». E questo è accaduto. Ma se l’olio è svincolato dagli uliveti italiani, chi impedisce di delocalizzare altrove l’operazione di imbottigliamento? Ed è questa considerazione che aveva fatto temere la possibile chiusura di quel che rimane nella Penisola dei tre brand storici dell’industria olearia di casa nostra.
Ora la Deoleo fa sapere che non delocalizzerà. I dipendenti degli stabilimenti di Inveruno e Tavarnelle possono stare tranquilli. Bene. Ma per quanto tempo?

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