La Commissione Ue come il Politburo sovietico: la politica si fa in segreto

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Il vero volto dell’Europa è quello del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, che tuona contro il premier Matteo Renzi: «L’Italia non doveva pubblicare la lettera». La missiva di cui parla altro non è se non quella con cui il falco Jyrki Katainen ha manifestato a Roma il disappunto di Bruxelles sulla legge Finanziaria. «La pubblicazione della lettera indirizzata a Padoan», ha tuonato il portoghese, «è stata una decisione unilaterale del governo italiano. La Commissione non era favorevole perché siamo in una fase di negoziati e sono consultazioni tecniche, che è meglio avere in un ambiente riservato». La risposta del Matteo nazionale è nota: «È finito il tempo delle lettere segrete, è il momento della trasparenza e della chiarezza».

Non mi addentro oltre. Se volete leggere il testo integrale della missiva eccolo qui. Vale la pena di notare che il documento è protocollato come «strictly confidential». Strettamente confidenziale. Ma il punto non è questo. Barroso, non pago della tirata d’orecchie riservata a Renzi, se l’è presa anche con i giornalisti italiani. «La maggioranza delle notizie sulla stampa italiana sono false, surreali», ha tuonato, «e non hanno nulla a che vedere con la realtà, se non a volte per caso. Sono invenzioni…». Amen.

Parole gravissime, soprattutto se pronunciate dal capo dell’esecutivo europeo. Che però non mi sorprendono. Il segreto, anche negli atti ufficiali, è la regola per Bruxelles. Quale governo può permettersi di emettere un decreto destinato a bocciare la legge di un (ex) Stato sovrano, senza renderlo pubblico? La Commissione Ue, naturalmente. Parlo del «parere circostanziato» con cui il Politburo europeo ha affondato la legge italiana che introduceva la trasparenza dei cibi (ecco il link alla notizia). Era il 24 ottobre 2005. Documento che ho pubblicato sul blog, nonostante fosse classificato come «limited». E recasse in evidenza la seguente indicazione: «L’inosservanza equivale a una violazione della sicurezza e comporta possibili azioni disciplinari o legali». Sicurezza di chi? Naturalmente me ne sono fregato e l’ho messo online. A proposito, se volete rileggerlo lo potete scaricare da qui.

Tutto questo, lo scrissi allora e lo ripeto oggi, puzza maledettamente di soviet. Atteggiamenti di questo genere erano la normalità nell’Urss, dove a decidere cosa fosse lecito pensare lo stabiliva, in segreto, il Politburo del Partito comunista. Che poteva contare, fra l’altro, su tribunali totalmente asserviti all’ideologia dominante.

Ma per Bruxelles il segreto è la regola. La scorsa settimana, dopo quasi un anno di trattative condotte all’ombra di una riservatezza impenetrabile, la Commissione ha deciso di desecretare il documento con cui sta conducendo il negoziato per il Trattato di libero scambio Usa-Ue, il Ttip. La Nato economica è destinata a incidere sulla vita e soprattutto sul futuro di milioni di cittadini europei, ma fino a metà ottobre si erano svolte decine di incontri fra le delegazioni europea ed americana e altrettanti con i rappresentati delle lobby, senza che si conoscesse neppure la piattaforma di partenza della trattativa. Dunque non è un caso se la lettera di Katainen a Padoan doveva rimanere segreta. L’Eurogoverno ha lo stesso rapporto con la verità e la trasparenza che può avere il Comitato centrale del Partito comunista cinese.

Altro che invenzioni dei giornalisti italiani! Se c’è davvero qualcuno che dovrebbe mettersi una manona sulla coscienza e chiedersi se abbiano senso le balle che racconta e i segreti su cui si è retto il suo potere, questo è proprio José Manuel Barroso.

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