Ecco perché le etichette dell’olio sono reticenti

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Vi dovevo una spiegazione. Il post sulle etichette extravergine (questo il link http://www.italiainprimapagina.it/etichette-reticenti-lolio-extravergine-di-oliva/) si chiudeva con un interrogativo: “Come la mettiamo con le etichette reticenti dell’olio extravergine d’oliva?”. Anziché indicare il Paese di provenienza della materia prima tutte e otto le marche che ho censito, Bertolli, Carapelli, De Cecco, Farchioni, La Ruota, Monini, Sagra e Sasso, scrivono sulla confezione: “prodotto con oli extravergini comunitari”. La normativa in vigore dal 2007 prevede invece che in etichetta compaiano i Paesi d’origine delle olive oltre a quello in cui sono state moltite e confezionate sotto forma di olio.
Nulla di tutto questo.
Così ho intervistato due esperti della materia: Lorenzo Bazana, responsabile economico e tecnico della Coldiretti e Domenico Mastrogiovanni, capo del dipartimento sviluppo agricolo alla Confederazione italiana agricoltori, in sigla Cia ma nulla a che vedere con i servizi americani. Ecco il succo del discorso: il decreto del 2007 è tuttora in vigore ma viene applicato solo in parte. E gli organismi cui competono i controlli (Nas, Asl, Polizie Locali ecc) non hanno mai ritenuto di contestare alcuna violazione.
Mi fermo qui. Ciascuno dei lettori di Etichettopoli.com può trarre le proprie conclusioni.

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