Gli australiani difendono l’extravergine locale. Ma imitano il Parmigiano

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L’Australia ha introdotto l’etichetta trasparente per l’olio extravergine d’oliva. La Australian Olive Association ha istituito il marchio “Australian extravirgin certified” per consentire ai consumatori di distinguere le confezioni prodotte con le olive locali. «Abbiamo introdotto questo marchio», fanno sapere, «per sensibilizzare e educare i consumatori sui benefici per la salute legati al consumo di olio extra vergine di oliva australiano fresco». Il concetto di freschezza è fondamentale nella campagna d’informazione. In passato infatti si sono verificati numerosi scandali per ingenti partite di olio prodotto con olive giunte nei porti australiani dopo un lungo viaggio via mare. Il prodotto, lavorato in pessime condizioni, forniva un olio che obbligava le industrie locali alla tecnica della deodorazione. Più o meno come accade in Europa con le olive acquistate in Nord Africa.
I produttori australiani ci tengono invece a far sapere che l’extravergine certificato «è ottenuto da olive integre, frante pochi giorni dopo la raccolta in frantoi pulitissimi, con procedimenti naturali».
Vista la vastità dell’Australia, che con una superficie di 7,6 milioni di chilometri quadrati è il sesto Paese al mondo per estensione, parlare di “chilometri zero” avrebbe poco senso. Ma i produttori locali di “oro verde” insistono per trasmettere ai consumatori un messaggio preciso: «Scegliete il miglior olio extravergine disponibile, puro, naturale e fresco. L’olio d’oliva australiano. Accertatevi che ci sia il simbolo dell’extra vergine certificato prima di acquistarlo».
Peccato che fra le ricette consigliate sul sito internet dei produttori di olio australiano ci sia anche la polenta (e fin qui nulla di strano) con sugo di pomodoro, olive nere, extravergine locale e Parmesan. L’immancabile imitazione del nostro Parmigiano Reggiano. Ma chi segue le vicende dell’italian sounding nel mondo, i prodotti con marchi che appunto “suonano” italiani, sa bene che non si tratta di un caso isolato. Un caseificio di Melbourne, la Dairy Farmers, ha vinto nel 2008 il premio per il miglior “parmigiano”  al 27esimo Campionato mondiale  dei formaggi che si tiene ogni due anni a Madison, nel Wisconsin (Usa). A salire sul podio più alto il Mil Lel Superior Parmesan. Gli altri Paesi rivendicano il diritto che ritengono acquisito di imitare il Made in Italy. Da noi l’Unione europea ci impedisce di difenderlo.

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1 COMMENT

  1. Salve io mi chiamo Christian e vivo in Australia/Sydney da 6 anni!
    L’Australia si appresta a divenire uno dei principali produttori mondiali di olio d’oliva.
    Esistono gia’ grossissime piantagioni di olivi ma questa pianta non e’ esattamente a rapido accrescimento! Ci vorranno ancora diversi anni.
    La qualita’ di olio extra vergine austaliano che circola nei mercati locali e’ attualmente nettamente inferiore ad un buon olio mediterraneo. Il mercato e’ ancora dominato da olii di importazione quali quello greco, italiano o spagnolo. Ma come e’ successo con il vino sono sicuro che a breve ci sara’ una vasta offerta di prodotti locali di qualita’ e le importazioni crolleranno.
    Breve parentesi su parmiggiano. In fatto di formaggi locali non esiste niente, tutto il formaggio di qualita’ e’ di importazione. Se mi permetti, il premio attribuito sa tanto di bufala (per rimanere in tema) ma potrei anche sbagliarmi.
    Cordiali saluti
    Christian

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