Il 12 gennaio, mercoledì prossimo, la Commissione Agricoltura della Camera dovrebbe approvare in sede legislativa il Ddl etichette con l’indicazione d’origine obbligatoria. Volendo è possibile seguire i lavori a questo link:
http://www.camera.it/126?PDL=2260-BIS-B&leg=16&tab=1&stralcio=&navette=
Quando una commissione parlamentare delibera in sede legislativa è come se il voto fosse stato espresso dall’intera assemblea. Dunque, dopo il 12 gennaio e salvo sorprese dell’ultimo minuto, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il provvedimento entra in vigore.
Tutto bene, dunque? Tutto a posto? D’ora in poi potremo capire da dove arrivano le materie prime alimentari dei prodotti che acquistiamo?
Temo di no. Il comma 2 dell’articolo 6 recita:
Per i prodotti alimentari non trasformati, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza riguarda il Paese di produzione dei prodotti. Per i prodotti alimentari trasformati, l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione dei prodotti.
Dunque sarà possibile indicare il luogo di origine oppure quello di provenienza e comunque (per gli alimenti che abbiano subito una trasformazione sostanziale) il luogo dell’ultima trasformazione.
Chi avesse dei dubbi su come utilizzare questo meccanismo per nascondere la reale origine di un alimento può guardare quel che c’è scritto sulle etichette dell’olio che si compera al supermercato. E provare a capire da dove arrivano le olive con cui è fatto.
Ciao Attilio, mi sono appena iscritta al tuo interessantissimo blog :-))
Grazie a te, Adele. Dovresti sentirti un po’ a casa tua, visto che la grafica di Etichettopoli è farina del tuo sacco…