Il comitato per il made in Italy arriva fuori tempo massimo

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I giorni passano e si avvicina la data in cui il Consiglio della Ue ratificherà la decisione presa in sede politica il 7 dicembre: tracciabilità solo per le carni di manzo, maiale, pollo e per quelle ovicaprine. Le altre etichette, secondo l’Europa, devono rimanere “mute”. Due le date possibili per la ratifica definitiva dell’accordo contro il made in Italy: martedì 22 o mercoledì 23 febbraio. Dopo quella data la legge appena approvata alla Camera andrà riscritta. Altrimenti si potrà ritenere decaduta.
Non è la prima volta che provo a mettere in fila le date del percorso con cui Bruxelles ci affonderà le nuove disposizioni sulla tracciabilità. Cosa c’è di nuovo allora? Semplice, due parlamentari del Pd delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, Angelo Zucchi e Alfonso Andria, hanno proposto di creare un comitato in grado di costruire consenso attorno alla legge italiana sull’etichettatura. Alla richiesta si è associato pure il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Antonio Politi: «Andare alla trattativa di Bruxelles con una posizione univoca e forte», ha spiegato in una nota, «significa rendere più agevole e credibile il lavoro della delegazione italiana. Siamo d’accordo con la proposta dei due parlamentari di costituire un “Comitato promotore” composto dai due uffici di presidenza delle commissioni parlamentari allargato ai capigruppo e ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria del mondo agricolo». Auspicio cui si è associato anche Franco Verrascina, presidente della Copagri: «Proposta da sostenere».
Idea lodevole, dunque, quella di Andria e Zucchi. Con un piccolo, piccolissimo difetto: arriva fuori tempo massimo. Per obbligare il Consiglio dell’Unione europea a tornare sulla propria decisione del 7 dicembre servirebbe una presa di posizione dei capi di stato e di governo dei maggiori Paesi, a cominciare da Germania, Francia e Inghilterra. Ipotesi possibile sulla carta ma men che remota in realtà. Vi immaginate la Merkel e Sarkozy che intervengono per difendere gli interessi dell’Italia? Più facile che Antonio Di Pietro cambi idea sulle “notti di Arcore” e si sgoli a difendere Berlusconi.
Così c’è il rischio di scoprire (martedì o mercoledì prossimi) che stiamo discutendo sul sesso degli angeli. Come accadeva ai teologi bizantini impegnati a stabilire se le creature angeliche fossero maschi oppure femmine. Mentre i turchi di Maometto II si accingevano a espugnare Costantinopoli, mettendo fine all’Impero Romano d’Oriente. Correva l’anno 1453.
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