In Germania è scontro sulla Nato economica. Da noi non se ne parla

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Il trattato TTIP divide la Germania: l’opposizione è forte e coinvolge perfino i grandi partiti come la Cdu e l’Spd. In Italia sul negoziato per dar vita alla Nato economica è calata una cortina di silenzio

TTIP, letteralmente Transatlantic Trade and Investment Partnership, bruttissimo acronimo che si può tradurre liberamente in Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti. Più semplicemente anche: Nato economica. Ne ho già scritto più volte sul blog (qui il link all’ultimo post in ordine di tempo). Ritorno a parlarne dopo aver letto una interessante analisi pubblicata su Dailystorm.it, un  sito di informazione fondato da alcuni studenti romani. «Stop TTIP, il no pregiudiziale al libero scambio Usa-Ue», il titolo chiarisce subito quale sia la posizione dell’autore della notizia, Andrea Salati. ed ecco il sommario che ne riassume i contenuti:

Il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti è ancora in corso di discussione, eppure l’opposizione è già forte. Ma porre un secco “no” come unica alternativa a ciò che ancora non esiste può depotenziare il giusto grido d’allarme sugli effettivi rischi dell’accordo.

Una posizione ragionevole e ben argomentata, quella di Salati, che però non condivido. Il problema sta proprio qui: com’è possibile che un trattato da cui dipende il futuro di milioni di europei, venga negoziato, da mesi, nel chiuso delle stanze del potere di Bruxelles? E soprattutto: finora si sono svolti centinaia di incontri con i lobbisti di tutti i settori economici, ma le persone comuni sono state tenute completamente all’oscuro di quanto sta accadendo. L’intera faccienda puzza troppo di Unione Sovietica e di politburo per piacermi.

E vi confesso che pensavo accadesse lo stesso in tutta Europa. Mi sbagliavo: in Germania c’è un vasto movimento d’opinione contrario al Trattato Transatlantico, alimentato soprattutto da gruppi antagonisti, ma non solo. Perfino i grandi partiti non, Spd e Cdu, non riescono a starne fuori. Al punto che la stessa cancelliera Angela Merkel è stata più volte sul punto di far saltare il tavolo delle trattative.

Quel che mi ha colpito navigando sui siti tedeschi è l’abbondanza di risorse web che parlano del TTIP, quasi tutte in chiave fortemente critica. Così non ho resistito alla tentazione di fare una raccolta di manifesti, vignette e illustrazioni dedicate al tema. Ne propongo alcune nella galleria di questo post. Fra i santi siti che ho visitato ne segnalo uno in particolare dove è in corso tuttora un concorso per selezionare l’immagine migliore per dire «no» alla Nato economica. La url è www.dein-bild-stoppt-ttip.de, traducibile liberamente in «la tua immagine per fermare il TTIP». Naturalmente c’è un po’ di tutto, veri e propri manifesti, artwork raffinatissimi e illustrazioni grossolane. Colpisce però la quantità: ce ne sono decine e decine. Ne pubblico alcune assieme a immagini che si trovano su siti e blog basati nella Repubblica Federale.

Ala fine però mi assale un sospetto: non è che anche sull’opposizione al Trattato Transatlantico andiamo al traino della Germania? Ho il timore che come sempre ce ne accorgeremo a cose fatte. E poi protesteremo con violenza. Ma inutilmente.

Per illustrare il post ho scelto una immagine suggestiva di Tobias Bauer, fra le tante in gara per diventare il simbolo della campagna «Stoppen TTIP»

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