Italiani oltre la crisi: (non) compreremo così

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Gli italiani oltre la crisi non assomiglieranno nemmeno lontanamente a quelli del 2008. I comportamenti di acquisto, le scelte, il budget di spesa non dipingeranno un ritorno al passato. Ma una «normalizzazione» (attenti alla parola) della situazione attuale. In pratica gli italiani oltre la crisi continueranno a non comprare come stanno facendo ora. Questo l’orientamento di fondo che esce dall’ultima edizione dell’Osservatorio non food di Gs1 Italy-Indicod-Ecr. <La grande maggioranza degli italiani non prevede una vera uscita dalla crisi: gli orientamenti e i criteri che essa ha ispirato sono diventati una parte acquisita e stabile del modus operandi del consumatore». Fondamentale per comprendere  la «normalizzazione» degli acquisti la tabella in cui si raffrontano gli orientamenti emersi dall’osservatorio del 2011 con l’edizione attuale. Cambiano gli indicatori di tendenza ma il risultato è molto simile. Tre anni or sono quasi 7 italiani su 10 dicevano che a recessione esaurita avrebbero acquisti-prezzi RRcontinuato a «tenere sotto controllo e limitare gli acquisti e i consumi». L’orientamento di fondo non si è modificato:  quasi 8 su 10 «continueranno a dare la massima attenzione al prezzo». Sul versante opposto (dove per comodità di semplificazione collocherei gli spendaccioni) 21 su 100 fanno sapere che «ricominceranno ad acquistare i prodotti migliori, anche se a un prezzo più elevato». Questo oggi. Nel 2011 i meno attenti alla spesa erano addirittura il 31%, dunque più di oggi,  e prevedevano di ricominciare «a consumare e acquistare come prima della crisi». In questi quattro dati sta il senso della normalizzazione descritta dai ricercatori sociali: chi continua a scommettere che la ripresa faccia piazza pulita dei timori e delle cautele che ci hanno accompagnati in questi ultimi cinque anni, si sbaglia di grosso.

Ancora più interessante per capire la direzione verso la quale si muovono le famiglie italiane, è la tabella che riporta per le principali categorie merceologiche gli orientamenti d’acquisto futuri. L’unico dato con un segno positivo è quello degli alimentari con un +11%. Gli altri – ad eccezione delle voci viaggi e vacanze e prodotti per la cura della persona – sono tutti negativi. Spiccano il -30% di libri, dischi e homevideo, ma anche il -27% che accomuna la spesa futura per banche, assicurazioni, mobili e arredamento.

Fa pensare il -44% di budget dedicato a lotterie, estrazioni e scommesse, un capitolo di spesa delle famiglie che è cresciuto anche in piena crisi, salvo frenare nell’ultimo anno. Ricordiamoci però che stiamo parlando di una overview sulle intenzioni di spesa future degli italiani. Dunque non è detto che gli intervistati tengano fede ai propositi dichiarati nelle interviste. Come sempre accade per le indagini d’opinione.spesa-futura-in-famiglia  RR

Resta il fatto che questa «normalizzazione» comporterà una sostanziale conferma della cautela dimostrata dagli italiani quando mettono mano al portafoglio. L’offerta di prodotti e servizi dovrà tenerne conto. Dai produttori di abbigliamento alle grandi catene della distribuzione, dalle banche fino ai proprietari degli immobili  commerciali (che stanno tuttora aumentando gli affitti): sappiano che i fasti del 2008 non torneranno più. E si adeguino.

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