Italiani senza soldi. Anzi no… Spendaccioni

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«Gli italiani e la crisi tra rinunce e soluzioni»: è il titolo della nota esplicativa con cui la Quixa, compagnia assicurativa online del gruppo francese Axa, presenta il risultato dell’ultima indagine sugli abitanti del Belpaese. In effetti l’edizione 2014 dello Stetoscopio, il sentire degli italiani, analizza il cambiamento nella propensione alla spesa e agli acquisti dei consumatori e descrive i cambiamenti intervenuti dal 2011, l’anno peggiore della recessione. Ne esce un quadro in miglioramento ma tuttora impostato su un sostanziale pessimismo e segnato dalla preoccupazione per il presente e per il futuro. Ecco i passi salienti:

Nel 2012 il 49% degli italiani ha visto diminuire il reddito, ma per il 2015 solo il 7% si aspetta un’ulteriore riduzione. Se nel 2012 il 95% ha fatto rinunce, oggi la percentuale è scesa all’82%.

Dunque oltre otto italiani su 10 rinunciano tuttora a fare acquisti perché non hanno i soldi per pagare. Certo, sono meno dei 95 su 100 di due anni or sono ma rimangono comunque la stragrande maggioranza.  Non basta. Ecco cosa spiega ancora l’indagine…

Quasi l’80% degli italiani fa da solo le riparazioni di casa e adatta gli abiti per farli durare nel tempo; oltre il 70% vede gli amici a casa e non nei locali; il 60% ha ridotto l’uso dell’auto e quasi il 20% fa il pane e la pizza in casa. Sul web si risparmia soprattutto sui siti multimarca come Amazon (45%) e comparatori (34%), per acquisti di abbigliamento, scarpe e accessori (43%), prodotti culturali e di intrattenimento (31%), elettronica (28%), biglietti arei (18%) e new device (16%).

E c’è poco da stare allegri se si pensa che non spendiamo più neppure per fare le riparazioni domestiche, ma il dato torna se messo a confronto con quello sul calo dei consumi alimentari scesi a marzo di un ulteriore 6,8% su base annua, peggior rilevazione da quando sono iniziate le serie storiche dell’Istat: era il 1995. D’altronde col potere d’acquisto reale tornato ai livelli degli anni Ottanta, come ha certificato Nomisma, c’è poco da spendere e acquistare.

Ma se alcune fonti dipingono tuttora una situazione sostanzialmente critica per le famiglie, altre non esitano a farci indossare i panni dei veri spendaccioni. È il caso di Sarenza.it, il sito che si definisce «numero uno delle scarpe online». Ebbene, nel secondo numero del Barometro sull’e-commerce europeo, spiega:

Aumentano del 10% gli acquisti di scarpe online degli italiani rispetto al 2012;  il 9% degli uomini compra scarpe esclusivamente online rispetto a un 2% di donne; gli italiani acquistano più scarpe spendendo di più rispetto alla media europea.

In pratica un andamento radicalmente opposto rispetto allo Stetoscopio della Quixa che forse si spiega in parte con il target dell’indagine, composto da acquirenti su internet e che taglia fuori in partenza  quanti non hanno accesso alla Rete. Resta il fatto che dalle due indagini emergono caratteristiche in conflitto le une con le altre. Così mi resta un dubbio gigantesco, siamo un popolo senza soldi oppure di spendaccioni?

Chi volesse approfondire le analisi può scaricarle da questo link.

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