La Coop svela la materie prime dei prodotti di casa. Ma perché non le scrive in etichetta?

0
898

La Coop ha avuto il coraggio di violare un tabù dell’industria alimentare italiana: svelare le principali materie prime, italiane e non, con cui confeziona gli oltre 1400 prodotti a marchio.La tracciabilità però non è immediata: per scoprire la provenienza di grano, zucchero, pomodoro, olive importati bisogna collegarsi a un portale internet, Cooporigini.it. E lì, digitando il numero che compare sotto il codice a barre, si accede a una mappa dove sono indicati con dei segnalini rossi i Paesi di origine degli ingredienti. A segnalarmi l’iniziativa è stato un amico che nel tempo è anche diventato un lettore assiduo del blog. La curiosità era tanta e così di buona mattina, ho guadagnato il punto vendita Coop di Voghera, in viale della Repubblica.
Pasta, merendine, olio, sottaceti, grissini, sugo: in pochi minuti riempio la borsa con gli articoli che possono prestarsi alle falsificazioni. Una volta tanto vado alla ricerca del finto made in Italy che si disvela. Ed ecco i risultati.
Se per l’olio extravergine che già indica in etichetta «miscela di oli d’oliva originari dell’Unione europea» non è una vera sorpresa scoprire che la materia prima (l’olio già franto e non le olive) arriva da  Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, con i Croissant zuccherati ci si imbatte in una vera legione straniera degli ingredienti. La farina di grano tenero tipo 00 proviene da Australia, Austria, Canada, Germania, Stati Uniti, Ungheria, oltre che Italia. Sostanzioso pure lo zucchero importato che arriva da Austria, Croazia, Francia, Germania, Mauritius, Ungheria.
Ma è tra gli ingredienti del Sugo all’arrabbiata che compare quel che mi aspettavo di trovare. La polpa di pomodoro indica l’Italia come provenienza, e fin qui tutto normale. Per il  peperoncino, invece i Paesi di provenienza sono due: India e Cina, anche se in fondo compare la scritta «dato in aggiornamento».
Sorpresa pure per la pasta. Gli Elicoidali nr. 47 sono fatti esclusivamente con semola di grano duro italiana. Francamente non me l’aspettavo.
Per i Grissini friabili accerto che il solito grano tenero tipo 00 arriva da Italia, Austria, Francia e Germania. Ma scopro pure che il secondo ingrediente è l’olio di palma, importato da Papua Nuova Guinea e Thailandia.
Un ultimo test con un prodotto rognoso: le Verdure alla griglia. In questo caso le materie prime dichiarate sono addirittura tre e non due, come è invece per la stragrande maggioranza delle referenze. Così scopro che melanzane, zucchine e peperoni arrivano da Italia e Spagna, mentre l’olio di semi proviene da Italia, Moldavia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Ucraina e Ungheria.
Onore alla Coop che ha avuto il coraggio di dire quel che le multinazionali della tavola – italiane e non – trattano come un segreto da custodire gelosamente. Sarebbe bello vedere scritto tutto ciò in etichetta, come prevedeva la legge del 2011 sulle filiere trasparenti, fatta decadere dall’Europa. Capisco che con la variabilità dei lotti in arrivo e il rischio che si mischino in fase di stoccaggio, realizzare l’etichetta può anche diventare complesso come ricomporre un puzzle fatto da migliaia di pezzi. Un rompicapo complesso e pure costoso. Ma qualche cent in più a pacchetto lo pagherebbero in molti pur di capire cosa c’è dentro quel che si accingono a mangiare.

Print Friendly, PDF & Email

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here