Le etichette del vino diventeranno ancora più trasparenti. Le altre no

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Il logo ufficiale della Ue per i prodotti biologici

Il Vinitaly in corso a Verona fino a mercoledì 28 marzo ospita la prima edizione del Vivit, la rassegna dei vini biologici. L’interesse sullo spicchio di agricoltura bio i cui frutti finiscono nel bicchiere si spiega anche con la novità in arrivo dall’Europa. A partire dal 1° agosto prossimo, infatti, si potrà trovare sull’etichetta della bottiglia la dicitura: «vino biologico». Le regole definite da Bruxelles prevedono che, sempre in etichetta, compaia il logo il logo delle produzioni biologiche che la Ue ha adottato, una serie di stelle a forma di foglia in campo verde. Oltre al codice dell’ente autorizzato a certificare la effettiva «naturalità» del prodotto. Vino incluso. Ma non è finita qui: da giugno, dunque fra poco più di due mesi, sempre secondo le regole imposte dall’Europa (in particolare dalla Direttiva 68 del 2007) dovrà essere dichiarato sull’etichetta l’eventuale uso di derivati del latte (caseina), delle uova (albumina) o dei cereali (glutine) usati talvolta nei processi di chiarificazione dei vini. Provvedimento più che giusto perché si tratta di allergeni, ingredienti cioè che possono scatenare reazioni allergiche in chi li consuma. Finora l’obbligo è stato posticipato con deroghe successive ma c’è la prospettiva che divenga vincolante aggiornare le etichette fin da giugno. Anche sui prodotti già pronti per la commercializzazione. «Stiamo discutendo ancora con la Commissione europea e con la Direzione generale salute su come fare», spiega il presidente di Federvini LambertoVallarino Gancia, «chiedendo di farla applicare dalla prossima vendemmia». Dunque una questione di buonsenso.
Ma ci scommetto che l’Unione europea applicherà la solita politica “doppiopesista”: mentre impone ai produttori di vino di scrivere tutto quel che entra nei processi di produzione (sacrosanto), poi impedisce – giusto per fare un esempio – di capire dove finiscano le migliaia di tonnellate di concentrato di pomodoro che arrivano ogni anno dalla Cina. Non sarà perché il nettare di Bacco non interessa direttamente le lobby della grande industria agroalimentare nordeuropea?

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