L’Europa approva l’etichettatura d’origine. Ma solo per la carne

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Il Consiglio dell’Unione Europea ha varato ieri l’etichetta d’origine obbligatoria. Ma soltanto per la carne. Si tratta oltretutto di una novità soltanto parziale: la tracciabilità, almeno in Italia, era già legge per le carni di manzo e di pollo. Ora si aggiungono quelle di maiale (ma non i salumi da quel che risulta a Etichettopoli) e le ovicaprine.
Si tratta di capire ora quale sarà l’orientamento del Consiglio e soprattutto della Commissione europea che si accinge a vagliare la legge italiana sull’etichettatura approvata il 18 gennaio. La notifica a Bruxelles è avvenuta ieri, dopo la pubblicazione della norma sulla Gazzetta Ufficiale.
Il ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan si dimostra ottimista: «E’ solo questione di tempo», ha detto ieri a margine del Consiglio europeo che ha dato il disco verde per le carni.  «Presenteremo alla Ue la richiesta di etichettatura per ciascuna filiera e ci batteremo perché sia approvata», ha aggiunto, «al massimo potranno essere ritardate le procedure per qualche prodotto». Speriamo che sia davvero così.
Frattanto non è detto che sia lo stesso Galan a seguire il dossier nei prossimi mesi se fossero confermate le voci di un rimpasto nel governo. Il tam tam dei palazzi romani riferisce di un giro di poltrone in vista e in parte annunciato: Sandro Bondi dai Beni Culturali alle Politiche Comunitarie (dicastero lasciato libero dal “futurista”  Ronchi), Galan al posto di Bondi, mentre al ministero dell’Agricoltura potrebbe arrivare Francesco Saverio Romano, siciliano, ex Udc e ora Popolari per l’Italia Domani.I galloni di ministro se li sarebbe guadagnati sul campo salvando, con il gruppo dei “Responsabili”, il governo Berlusconi in parlamento. Sempre che la Lega non abbia nulla da eccepire. Il Carroccio dovette subire la nomina di Galan dopo il suo siluramento a candidato del Centrodestra per la Regione del Veneto per far posto a Luca Zaia. Poi eletto con un plebiscito di voti.
Ora, c’è da giurare che ben difficilmente Bossi si lascerà passare sotto il naso  la nuova nomina: fra le questioni “nordiste” da risolvere ci sono il latte (con prezzi in caduta libera e la grana delle multe per le quote europee) e i cereali.
Intanto, mentre a Roma si deciderà sulle poltrone, Bruxelles ha messo il primo paletto sulla tracciabilità. L’agenda europea prevede che si torni a parlare di etichettatura non prima di tre anni. Dunque nel 2014. Nel frattempo rassegniamoci a mangiare i soliti alimenti a “denominazione d’origine sconosciuta”. Per la gioia dell’industria alimentare.

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