L’Europa ha deciso: arance dal Nordafrica e hamburger cresciuti in provetta

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Alla fine anche il Parlamento europeo ha detto sì all’accordo di libero scambio con il Marocco. alla fine di giugno (settimana più settimana meno) verranno cancellati alcuni dazi all’importazione nei ventisette Paesi dell’Unione europea sui prodotti ortofrutticoli provenienti dalla monarchia nordafricana. L’assemblrea però si è divisa: 369 sì, 225 no e 31 astensioni. Mi riservo di raccontarvi nel dettaglio i contenuti del provvedimento non appena lo avrò studiato. Da quel che si intuisce , però, da metà anno l’Europa dovrebbe cancellare i dazi su molti prodotti dei campi e della pesca in arrivo dal Marocco mentre Rabat farà lo stesso, azzererà cioè le tariffe, in 10 anni. C’è però un’area di salvaguardia per tutelare, nel periodo in cui da noi si svolge il raccolto, alcune coltivazioni ritenute «strategiche» come pomodori, zucchine cetrioli, fragole e clementine. Come sempre quando decide l’Europa non è mai un sì o un no: non si capisce bene chi abbia vinto se non quando le trappole dell’euroburocrazie scattano con un clangore metallico.
DI sicuro la nostra agricoltura assieme a quella degli altri Paesi sulla sponda sud del Vecchio Continente, avrà dei forti contraccolpi. C’è chi ha fatto i conti e dice di prepararsi davvero all’invasione di frutta e verdura a prezzi stracciati. Come le arance a 10 centesimi al chilo. In tutta la fascia del Maghreb i prezzi sono bassissimi per uno sfruttamento sistematico della manodopera. Senza contare la quasi totale assenza di sistemi per il controllo della qualità anche solo lontanamente paragonabili ai nostri e le possibili triangolazioni attraverso le quali merci provenienti da altri Paesi potrebbero essere sdoganate nei porti marocchini. E acquisire così la nazionalità del Paese guidato da re Mohammed VI, per poi arrivare da noi.
Certo, si dirà, è giusto aiutare chi ne ha bisogno. E i marocchini lo meritano pure. Ma la posta in gioco è molto alta: una liberalizzazione dell’ortofrutta metterebbe in ginocchio il mercato alla produzione in Portogallo, Spagna, Italia e – in misura minore – Francia. Centinaia di migliaia di famiglie rischiano di trovarsi a coltivare ortaggi e frutti il cui prezzo sarebbe smisuratamente superiore a quello degli stessi prodotti importati.
Inutile attaccarsi al discorso della qualità: se il consumatore non la percepisce sceglie in base al prezzo.
Ora si tratta di capire quali saranno i prodotti della terra al riparo dell’apertura selvaggia delle frontiere e per quanto tempo.Ma aspettate ad arrabbiarvi. Non è finita qui. Oltre alle arance a pochi cent al chilo sulle nostre tavole potrebbe arrivare anche l’hamburger artificiale creato dal dottor Mark Post, direttore del dipartimento di fisiologia dell’Università di Maastricht, in Olanda. Un pericolo non così remoto visto che gli olandesi, per il lancio sperimentale della carne in provetta, si sono affidati allo chef stellato britannico Heston Blumenthal. E chissà che non riesca a elaborare una ricetta a base di verdura magrebina.

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