L’Europa vuole servirci in tavola la pecora Dolly (senza etichetta)

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Salta dopo un’estenuante trattativa l’accordo fra Commissione Ue ed Europrlamento sulle carni clonate. A dire l’ultimo no è stato veramente il Consiglio che non ha accettato la proposta avanzata dall’assiste di Strasburgo: mettiamo in commercio le carni dei discendenti della pecora Dolly (e di tutti i bovini ottenuti con l’ingegneria genetica) a condizione però di indicarne chiaramente l’origine sull’etichetta. In verità i Consiglio era anche disponibile ad accettare la tracciabilità di alcuni tipi di carni clonate fresche, ma aveva chiesto in cambio al Parlamento di rinunciare al proprio diritto di mettere il veto su altri cibi aggiunti in futuro alla lista del “novel food”.

Gli europarlamentari hanno fatto sapere di essere indisponibili ad accettare un compromesso che sacrifichi il diritto dei consumatori di sapere se il cibo che portano in tavola deriva da animali clonati.
C’è da registrare nel tardo pomeriggio di oggi la presa di posizione del commissario europeo alla Salute John Dalli: “Mangerei volentieri la carne della pecora Dolly, perché c’è un parere scientifico in base al quale non correrei alcun rischio per la salute. Non c’è alcuna differenza rispetto alla carne convenzionale”. 

Il parere cui fa riferimento il commissario maltese è quello dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare,  ma di fronte alla posizione dell’unico organo elettivo, l’Europarlamento, tutto il resto passa in secondo piano. Posso però rivolgere un appello in favore di Dalli: chi avesse nel proprio allevamento un bovino clonato è pregato di farlo pervenire, possibilmente debitamente macellato e refrigerato, al commissario Dalli.  L’indirizzo non lo conosco ma si può sempre chiederlo al diretto interessato scrivendogli una email alla sua casella ufficiale: cab-dalli-webpage@ec.europa.eu.

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