L’Europarlamento ci riprova: etichetta obbligatoria per carne, latte, formaggi e pasta

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Una battaglia vinta, in Europa, nella guerra per la trasparenza degli alimenti. La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza (57 voti a favore e appena 4 contrari) un progetto di legge destinato a introdurre l’etichettatura alimentare obbligatoria. Oltre alla data del primo congelamento per le derrate sottoposte alla surgelazione (importantissima per il pesce pescato su rotte oceaniche), l’assemblea di Strasburgo ha incluso nell’elenco degli alimenti per i quali sarà obbligatoria l’indicazione dell’origine anche la carne di maiale, di pecora, di capra e quella di pollo. Il vincolo si aggiunge a quelli già esistenti sia pure con efficacia molto dubbia e che riguardano la carne bovina, l’olio d’oliva, la frutta fresca e i legumi. L’etichetta parlante dovrebbe riguardare inoltre il latte e i suoi derivati e altri alimenti a base di un unico ingrediente. Dunque  la pasta e il riso.
Ora però viene il difficile: in attesa che il testo della nuova legge arrivi in aula all’Europarlamento per l’approvazione definitiva, attesa a luglio, bisogna superare lo sbarramento del Consiglio Ue, notoriamente contrario all’adozione di misure che rendano trasparenti le etichette e visibili a tutti le filiere. E sempre a proposito di istituzioni che remano contro immagino che pure la Commisione non si rassegnerà a stare a guardare. Il tam tam di Bruxelles riferisce delle manovre (già iniziate) dei due commissari Ciolos (agricoltura) e Dalli (Salute), nemici dichiarati del “Made in”.
Poco importa sapere che una volta approvato il provvedimento le industrie alimentari avranno tre anni per adeguarsi alle nuove regole. Se la contraerea di Bruxelles abbatterà anche questa euro-legge in fase di decollo da Strasburgo, le bocce rimarranno ferme per molto tempo.

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