È storia di queste settimane: il tavolo delle trattative per il pomodoro fra agricoltori e industria è saltato. Il motivo sono i prezzi di acquisto offerti ai coltivatori: appena 71 euro alla tonnellata. Le quotazioni degli scorsi anni erano ben superiori: 79 euro nel 2012, 88 nel 2011 e 85 nel 2010. Quest’ultimo dato comprendeva però 15 euro a tonnellata di contributo Ue, quindi in realtà era più basso del valore proposto per la campagna 2013.
Luigi Bisi, presidente della Coldiretti di Piacenza ma soprattutto grande coltivatore di pomodori ha spiegato a Etichettopoli.com che «sotto gli 85 euro a tonnellata i produttori lavorano in perdita» e l’offerta dell’industria è talmente penalizzante che «a queste condizioni la produzione italiana di pomodoro si riduce del 50%».
Sarebbe un duro colpo per il settore primario e in definitiva per l’intero Made in Italy. Il pomodoro, assieme all’olio extravergine d’oliva e alla pasta è uno dei tre componenti basilari della dieta mediterranea. Per curiosità ho provato a calcolare quanto possa incidere la materia prima sulle confezioni di passata di pomodoro che acquistiamo al supermercato. Solita incursione all’Iper di Montebello della Battaglia e grande spesa di conserve rosse. Riassumo il risultato nella tabella che pubblico qui sotto.
L’incidenza delle materia prima sul prezzo al consumo va dal 5,33% della passata Mutti (venduta però in 4 vasetti di vetro da 400 grammi ciascuno), al 20,39 della passata «Il Buon Raccolto». L’incidenza, naturalmente, è inversamente proporzionale al prezzo di vendita: più è alto e meno «pesa» il pomodoro.
Un’ultima nota: per fare un chilogrammo di passata occorre 1,6 kg di pomodori.
In media la materia prima incide per il 10,26% sul prezzo finale della passata. eppure l’industria vuole ridurre il prezzo riconosciuto ai coltivatori. una politica che per altro si riverbera anche sui prezzi praticati al consumatore. Rispetto alla «prova etichetta» che ho fatto due anni fa (ecco il link) i prezzi sono in genere calati. Ad eccezione della passata Mutti che tuttavia non è paragonabile nelle due rilevazioni: le confezioni, infatti sono diverse, con una forte incidenza del packaging. Ben 4 vasetti di vetro contro uno.
