Ma chi boicotta l’etichetta d’origine?

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Lo stop dell’Europa alle etichette d’origine obbligatorie ha finalmente provocato le reazioni che mi aspettavo. La lettera recapitata al ministro Galan con cui i commissari Ciolos (Agricoltura) e Dalli (Salute) hanno definito “inopportuna” la legge appena approvata dalla Camera, ha provocato reazioni accomodanti. Il titolare dell’Agricoltura ha fatto sapere che l’Italia si muove «in sintonia con gli orientamenti comunitari», mentre le organizzazioni dei produttori si dicevano fiduciose che alla fine avrebbe prevalso il buon senso. Unica voce fuori dal coro quella di Federalimentare, gli industriali del settore: «La disciplina sulle etichette alimentari è materia di competenza esclusiva del relatore comunitario».
Tutto questo accadeva giovedì. Ieri si è capito che la partita è seria. La missiva di Ciolos e Dalli è più di un avvertimento. Il passo successivo potrebbe essere una procedura d’infrazione aperta da Bruxelles nei confronti dell’Italia. Non si scherza, insomma. «Rimango esterrefatta per quanto sostiene la Commissione europea in materia di etichettatura», ha affermato Viviana Beccalossi (PdL) relatrice della legge sull’origine degli alimenti alla Camera. «Non capisco perché – ha aggiunto – quando l’Italia non rispetta qualche provvedimento europeo subito si apre una procedura d’infrazione, e quando invece l’Italia precede la fisiologica lentezza della burocrazia europea producendo provvedimenti utili, sia richiamata all’ordine. Io dico che su queste tematiche non si possa più attendere, soprattutto dopo gli ultimi scandali della diossina e della mozzarella blu, o anche considerando i possibili casi di emergenza sanitaria».
Ancora più esplicito il presidente della Coldiretti, la maggiore organizzazione dei produttori agricoli, Sergio Marini: «Quando sono in gioco la volontà e gli interessi dell’intera collettività non bisogna avere paura di metterci la faccia fino in fondo. Per parte nostra noi non mancheremo di denunciare, in tutte le sedi e nelle piazze, tutti i tentativi di chi, per interesse particolare, tenta di boicottare un processo di democrazia e di trasparenza dell’informazione su ciò che mangiamo».
Ma chi boicotta la tracciabilità degli alimenti? Ho il sospetto che il fronte dei contrari sia molto vasto e rinforzato dalle truppe cammellate degli “ausiliari” che si muovono in ordine sparso, partendo talvolta da lontano. Come succedeva nel tardo impero quando le legioni di Roma faticavano ad arginare la pressione dei barbari ai confini settentrionali. E i pericoli maggiori arrivavano da popolazioni capaci di percorrere migliaia di chilometri per portare il loro attacco.
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