Maiali tedeschi, francesi e danesi per i prosciutti italiani

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Segnalo agli internauti che frequentano Etichettopoli un’interessante iniziativa di Parmacotto, azienda situata nel cuore della food valley italiana e fondata da Marco Rosi sul finire degli anni Settanta. Ebbene, da qualche giorno la società di Parma ha pubblicato su internet la Prosciuttopedia, che si presenta come “la prima enciclopedia dell’arte salumiera italiana. Interessante, anche se molto sintetica (forse troppo) la parte dedicata alla origine delle materie prime. Ecco cosa si legge:

Parmacotto seleziona le migliori carni europee, fresche, mai congelate. La scelta dell’origine della materia prima è strettamente legata alla tipologia di salume in oggetto; ciò significa che per la produzione di ogni tipologia di salume vi sono specifiche razze più adatte di altre. Per esempio, la scelta di selezionare cosce italiane per la produzione del prosciutto cotto “Leonardo” nasce dall’esigenza di ottenere un prodotto di notevoli pezzature e con sufficiente tenore di grasso per massimizzare la dolcezza di sapore e la morbidezza al palato. Per lo stesso motivo, anche il prosciutto di Parma viene prodotto a partire dalle medesime materie prime nazionali. Al contrario, vengono predilette materie prime francesi, tedesche e danesi per la produzione di salumi più magri eo con un sapore più marcato.

Da quel che mi risulta è la prima volta che un’azienda industriale della filiera suinicola dichiara pubblicamente di utilizzare anche materie prime non italiane nella lavorazione dei prosciutti.
Tutto ciò però mi fa venire una curiosità, di quelle che spingono il Casalingo di Voghera a setacciare i banconi dei supermercati: sono riconoscibili le confezioni di prosciutto veramente Made in Italy dalle altre? Risponderò presto – su Etichettopoli.com – a questa domanda.

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