Ora le Regioni possono bloccare definitivamente i cibi transgenici

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Ieri il Parlamento europeo ha messo la parola fine alla disputa sugli Ogm: anche se in Europa è consentita la coltivazione di varietà geneticamente modificate, gli Stati e le Regioni possono vietarla per motivi ambientali. Viene automaticamente a cadere la sentenza del Tar del Lazio che ne autorizzava l’uso, proprio in deroga a una disposizione regionale. La nota con cui i giovani dell’Anga Lombardia di Confagricoltura hanno espresso oggi il plauso per la pronuncia del Tar arriva fuori tempo massimo. «La sentenza – si legge nel comunicato –  ha un significato strategico perché vede Confagricoltura Lombardia, in tutte le sue forme associative (senior e giovani) compatta su un importante tema, al centro della ricerca scientifica e dello sviluppo e non chiusa nel pregiudizio infondato». 
Il «pregiudizio infondato» di cui parlano i giovani di Confagri in realtà altro non è che il sacrosanto diritto dei consumatori di non portare in tavola cibi geneticamente modificati. Magari senza saperlo, come prevedeva una direttiva comunitaria, fortunatamente emendata di recente dall’assemblea di Strasburgo. 
I cereali Ogm, poi, darebbero il colpo di grazia definitivo alle filiere alimentate con grano e mais: verrebbe a cadere infatti anche l’ultimo brandello di originalità che permette al Made in Italy alimentare di sopravvivere. Vi immaginate un prosciutto Dop ricavato da maiali cresciuti col granturco transgenico? O la pasta prodotta a partire da grano geneticamente modificato… Per sperare di venderli bisognerebbe nascondere la vera origine della materia prima. Proprio quel che l’industria di trasformazione sta tentando con ogni mezzo di fare.
Per fortuna, almeno con gli Ogm, ci ha pensato il Parlamento europeo a rendere giustizia ai consumatori.

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