Pecorino, Parmigiano e Gorgonzola. Gli Usa vogliono continuare a falsificarli

0
1638

Parmigiano, Gorgonzola, Asiago ma anche Fontina, Bologna e Pecorino: gli americani sono indignati per le nuove richieste avanzate dall’Europa sulla tutela dei prodotti Dop Oltreoceano. «La guerra europea al formaggio americano», titolava il settimanale TIME nell’edizione del 12 marzo scorso, dando voce a industriali e lobbisti americani scesi in campo contro quella che la potente Wisconsin Cheese Makers Association ha definito «una barriera commerciale intelligente». E sta parlando delle nostre richieste per riconoscere, nei trattati bilaterali fra Usa e Ue le Dop europee.«La proposta», scrive Josh Sanburn sul Time, «vieterebbe ai produttori caseari americani di usare termini come parmigiano, asiago, feta, groviera, gorgonzola, fontina, pecorino ed altri ancora che si riferiscono alle regioni europee di cui i formaggi sono originari. I produttori nazionali (cioè americani, ndA) di formaggio sarebbero costretti ad abbandonare quei nomi e a darne di nuovi ai loro prodotti, cedendo potenzialmente un importante vantaggio ai loro concorrenti europei sui mercati internazionali in forte espansione, come l’Asia».
Illuminanti su quel che aspetta ai negoziatori europei, le conclusioni di uno studio condotto da Marin Bozic, ricercatore all’Università del Minnesota. «Si rischia di confondere i consumatori», afferma Bozic che ribalta le argomentazioni utilizzate da noi per tutelare le denominazioni d’origine: «Il problema è che quei nomi non indicano l’origine ma il metodo di preparazione. Quando si ordina feta greca, non ci si aspetta che sia feta dalla Grecia. Ci si aspetta solo della feta».
In sostanza per gli americani  i consumatori individuano nelle nostre denominazioni diverse categorie di prodotti. Conclude infatti Bozic: «I consumatori hanno imparato a interpretare questi nomi come rappresentativi di un tipo di formaggio piuttosto che un prodotto radicato in un certo luogo.  Non c’è niente della feta greca che ne renderebbe il gusto superiore. È il nome comune di un alimento e tornare indietro di 50 anni non è una soluzione. Sarà una lotta dura, ma non vedo gli Stati Uniti cedere su questo argomento. Penso che la Ue dovrà fare concessioni reali in altri settori perché diventi vantaggioso per gli Stati Uniti».
Un modo di pensare (e di agire) sideralmente lontano dalla legittima aspirazione dei nostri produttori di vedere riconosciuta l’unicità dei loro formaggi. Certo, sono bestialità belle e buone: paragonare il Parmesan al vero Parmigiano Reggiano è come sostenere che la Cinquecento ha le stesse prestazioni della Ferrari. Ma la trattativa con gli americani prescinde dalla realtà. A guidare il confronto sarà la convenienza reciproca di Washington e di Bruxelles.belgioioso_logoChi avesse dei dubbi su quanto siano agguerrite le lobby americane anti-Dop può fare un giro sul portale del Consorzio per i nomi comuni alimentari, che ha come sottotitolo: «Una iniziativa internazionale per difendere il diritto di usare nomi alimentari generici». Nella homepage del sito, alla categoria «eroi comuni», campeggia fra l’altro una foto di Enrico Auricchio che, si legge dal profilo pubblicato sul sito, «trent’anni fa si trasferì con la famiglia dall’Italia agli Stati Uniti per iniziare la produzione di  formaggi a Green Bay, Wisconsin…». E per non lasciare dubbi ecco l’elenco dei prodotti della BelGioioso Cheese: «asiago, grana, fontina, mozzarella, gorgonzola, parmigiano, provolone e romano».

Print Friendly, PDF & Email

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here