Dopo averci fregato sul bilancio, il fondo salva-Stati, la Politica agricola comune, l’Unione bancaria, la Germania ce l’ha fatta pure sulle autostrade. Il progetto di introdurre un pedaggio per i soli stranieri sulle autobahn ha avuto il via libera da parte del commissario europeo ai Trasporti Siim Kallas che a dispetto del cognome non è greco ma estone. Bruxelles si è piegata a Berlino con la solita piroetta: il pedaggio lo pagheranno tutti (ora le autostrade sono gratuite), poi ai tedeschi verrà rimborsato sotto forma di credito fiscale sull’auto. Dunque la Commissione europea chiude un occhio sull’aiuto di Stato (il rimborso a favore di privati cittadini o imprese in passato è stato sanzionato per questo) e l’altro sulla palese e sfacciata violazione dell’articolo 45 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che stabilisce la libera circolazione in tutti i Paesi a parità di condizioni.
Così si verifica il paradosso che le nostre imprese non possono etichettare un prodotto come 100% italiano (perché come ha stabilito sempre la Commissione Ue, è un ostacolo alla libera circolazione delle merci) mentre i tedeschi possono far pagare le autostrade soltanto agli stranieri. E questa, per il politburo di Bruxelles non è una discriminazione né un ostacolo alla libera circolazione nella Ue.
Fra l’altro a essere penalizzati non saranno soltanto i cittadini ma pure le merci, inclusi i veri prodotti made in Italy, che sconteranno un nuovo rincaro per essere consegnati nella Repubblica federale. E in questo caso non si tratta di un danno ipotetico, seppure altamente probabile, come ad esempio quello che avrebbero avuto i cibi italiani tarocchi rispetto a quelli originali. Nel caso delle merci che viaggeranno sulle autobahn a bordo dei Tir l’aggravio di costo sarà matematico. Ma possibile che nessuno dalle parti di Roma abbia il coraggio di protestare? Va bene essere accomodanti, va bene avere gli armadi pieni di scheletri, ma almeno una protesta formale, la si potrebbe inscenare.
