Per difendere i tarocchi made in Usa Obama ferma i formaggi italiani

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Le esportazioni boom di formaggi made in Italy negli Stati Uniti spaventano l’amministrazione Obama. Nei primi nove mesi del 2015 l’export di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino negli States è cresciuto del 26% a 208 milioni di euro. E comincia a rappresentare una minaccia per i tarocchi americani anche se tuttora oltre 9 prodotti derivati del atte e venduti con il tricolore sul mercato statunitense sono falsi. A spaventare gli americani deve essere stato anche il piano varato dal ministero per lo Sviluppo economico che ha stanziato i primi 50 milioni di euro per la promozione dell’agroalimentare italiano nella grande distribuzione di quattro stati Usa: New York, California, Texas e Illinois, sostenuta anche dalla partecipazione in grande stile a due eventi clou per il mercato a stelle e strisce: l’Fmi Connect di Chicago (20-23 giugno 2016) e il Winter Fancy Food Show di San Francisco (17-19 gennaio).

Mentre la campagna di promozione dei cibi tricolori è alle battute iniziali, dall’altra sponda dell’Atlantico rimbalzano notizie allarmanti: l’amministrazione americana potrebbe imporre un nuovo stop all’importazione di formaggi italiani a latte crudo, accampando dubbi sulla loro sicurezza. «La riapertura della questione sicurezza per i formaggi a latte crudo potrebbe portare gli Usa ad alzare nuove barriere nei confronti dei nostri grandi prodotti», osserva all’Ansa il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, «ma se ciò avvenisse, anche il mercato statunitense, dopo quello russo, diventerebbe out per alcuni dei nostri formaggi più esportati. Un altro duro colpo al vero made in Italy».

Il Food Safety and Inspection Service americano potrebbe a breve decidere lo stop totale per le importazioni di formaggi made in Italy, con la scusa della possibile presenza di batteri pericolosi. «Praticamente impossibile per i prodotti italiani a latte crudo sottoposti a lunga stagionatura come Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano e Provolone Valpadana», spiega Assolatte, «perché la stagionatura neutralizza tutti i batteri potenzialmente pericolosi». 

Così la decisione di calare le braghe sulla tutela delle Dop pur di approvare il Trattato transatlantico, in cambio di un’apertura alle centrali della grande distribuzione Usa per il vero made in Italy, rischia di trasformarsi in una trappola gigantesca. Gli americani potranno andare avanti a produrre indisturbati i tarocchi italiani. Mentre gli originali verranno fermati in dogana. 

Infine una considerazione su Assolatte che si ricorda del «vero made in Italy» soltanto quando fa comodo alla grande industria. Salvo difendere il diritto del primo produttore nel nostro Paese, la francese Lactalis, di vendere formaggi col tricolore ma che di italiano hanno soltanto la marca e quello – ancora più odioso – di strangolare i nostri produttori di latte con prezzi al di sotto dei costi di produzione. 

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