Prosecco e Chianti Classico fuori dai trattati: bel colpo Europa!

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Prosecco e Chianti Classico sono stati esclusi dai trattati che l’Unione europea ha firmato con Cina e Canada. In pratica i taroccatori che abbondano sia in America sia in Asia ora hanno la possibilità di imitarli. Senza incorrere in grosse sanzioni. Soprattutto senza che le autorità canadesi e cinesi possano intervenire. Un brutto colpo per i due campioni del made in Italy.

In realtà i due vini non sono le uniche vittime eccellenti dei trattati negoziati da Bruxelles con Pechino e Ottawa. Di sicuro, però, sono fra i prodotti più imitati nel mondo.

UN PO’ DI CHIAREZZA SUI NUMERI

Intanto comincio a fare un po’ di chiarezza sui numeri. La Cina ha riconosciuto in tutto 26 indicazioni geografiche italiane. Il Canada 38 e non 41 come viene scritto abitualmente. Nel computo, infatti è contata due volte la Mela dell’Alto Adige Igp, perché compare anche nella dizione in tedesco: Südtiroler Apfel. Mentre lo Speck dell’Alto Adige viene contato addirittura tre volte. Una in italiano e due in tedesco: Südtiroler Speck Südtiroler Markenspeck.

Dalla tabella che pubblico nel post, si capisce subito cosa resti fuori dall’uno e dall’altro elenco. Basta confrontarli. Ma ci sono comunque dei grandi assenti. Il mio Oltrepò Pavese, ad esempio, è stato completamente dimenticato: nessun vino né la Dop Salame di Varzi. E poi Prosecco e Chianti Classico. 

Nell’elenco “cinese” c’è solo il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg, mentre manca il Prosecco Doc che è il vero campione di vendite (e di imitazioni, purtroppo) nel mondo. Nella lista riconosciuta dal Canada mancano tutti e due. Simile la situazione per il vino toscano:Pechino riconosce il Chianti ma non il Chianti Classico. Ottawa nessuno dei due. Un bel pasticcio, insomma, che riflette l’incapacità dei negoziatori europei – i trattati commerciali sono di pertinenza esclusiva della Commissione Ue – di far valere una linea unica.

Fra l’altro, mentre l’elenco riconosciuto dai cinesi è passibile di modifiche, anche se occorre in media un decennio per farle digerire loro, quello incluso nel trattato Ceta (che sta per Comprehensive Economic and Trade Agreement) è praticamente cristallizzato. Il Canada cioè è orientato a non riconoscere nessun’altra indicazione geografica. E pertanto rappresenta un precedente molto pericoloso per i trattati internazionali che si negozieranno in futuro con altri Stati.

Fermo restando, e questa è la mia posizione da sempre, che il sistema delle indicazioni geografiche andava difeso in toto. Senza alcuna eccezione. Altrimenti si riconoscono implicitamente le ragioni delle lobby internazionali dei taroccatori. Che alla fine riescono a far prevalere i loro sporchi interessi.

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