Qualcuno spieghi a Guidi (Confagri) che l’Europa non vuole le filiere trasparenti

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Mario Guidi

Ma la pasta italiana è davvero made in Italy? Fra le tante filiere agroalimentari quella che parte dal campo di grano e arriva alla tavola sotto forma di spaghetti, penne e tortiglioni è forse la meno trasparente di tutte. Dopo quella dell’olio. Siamo il primo produttore al mondo di grano duro ma anche negli anni di maggior raccolto non riusciamo a coprire che il 50% della domanda. Così capita che di pasta davvero tutta italiana ce ne sia pochina in giro.
 «Il vero problema per il settore del grano duro è la volatilità dei prezzi, che condiziona le produzioni. L’altalena delle quotazioni ha impedito di programmare sul lungo periodo». Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, parlando a Bologna al convegno di Italmopa nell’ambito di Pastatrend. «Abbiamo avuto un anno con il grano a 150 euro a tonnellata – ha spiegato Guidi – troppo basso e quindi molti cerealicoltori non lo hanno più seminato. Così sono andati in fumo 300mila ettari dedicati a questa coltivazione. L’anno successivo, 300 euro a tonnellata ma intanto quei 300mila ettari non c’erano più. Se per due anni il prezzo fosse stato stabile a 225 euro, non li avremmo persi». Il presidente di Confagricoltura ha sottolineato l’importanza del grano duro e l’esigenza di rafforzare le filiere – con rapporti trasparenti – per rilanciare la pasta italiana. «Da Bruxelles e dalla politica agricola comune rinnovata dopo il 2013 – ha concluso – ci attendiamo la difesa dell’autoapprovvigionamento nazionale. L’industria non può strutturalmente dipendere per oltre il 50% dalle importazioni». Parole sante. Temo però che Guidi sia destinato a una delusione cocente. L’Unione europea ha in mente tutto tranne che la trasparenza delle filiere agroalimentari e l’autoapprovvigionamento. A Bruxelles lo bollano come “autarchia” e ricorrono a qualunque mezzo pur di ostacolarlo.
Discorso analogo per le quotazioni delle commodity agricole: a farle non è il mercato bensì i grandi operatori finanziari, in testa le banche. Dopo la sbornia dei mutui-spazzatura con cui hanno messo in ginocchio l’economia mondiale ora si sono buttate a speculare sui prodotti dei campi. Per fermare le speculazioni bisognerebbe fermare i banchieri. Auguri.

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