Qualcuno spieghi alla Beccalossi che l’Europa non vuol difendere il made in Italy

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«L’Europa non ha ancora fatto abbastanza per tutelare le nostre produzioni se è vero che il finto made in Italy si trova abbondantemente non solo oltreoceano ma anche in Germania, in Francia, in Gran Bretagna». Così l’assessore al territorio della Regione Lombardia Viviana Beccalossi all’assemblea del Consorzio di tutela del Grana Padano, che si è svolto ieri a Riva del Garda. « Le sanzioni date ai taroccatori lasciano il tempo che trovano», ha aggiunto, «un regolamento europeo a tutela del made in Italy è un passo importante che è stato raggiunto, ora dobbiamo necessariamente difendere di più e meglio i nostri prodotti per poi esportarli e farli conoscere a fondo sui mercati».

Qualcuno spieghi alla Beccalossi quanto segue:

Viviana Beccalossi

1) La tutela del made in Italy, quello vero, non è fra gli obiettivi dell’Europa che al contrario parteggia per i Paesi come la Germania, tra i più grandi taroccatori al mondo. A decidere la linea, in questo  come in tutti gli altri casi, è la cancelliera Merkel.

2) Il Regolamento europeo che introduce l’etichetta made in Italy obbligatoria (assieme a quelle degli altri 27 stati Ue) è in realtà una sonora fregatura. Si basa infatti sul meccanismo dell’origine non preferenziale, in base al quale, ad esempio, una scarpa ottenuta incollando qui suola e tomaia importate da Cina o Vietnam, acquisisce immediatamente il passaporto italiano.

Fra l’altro il governo Renzi ha bocciato di recente la legge regionale sul made in Lombardy, con gli stessi argomenti utilizzati dalla Commissione europea per silurare  i provvedimenti in difesa del vero made in Italy: ostacola la libera circolazione delle merci.

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