Quando una mucca non è più una mucca: l’Europa vuole legalizzare la carne clonata

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© Andi Taranczuk – Fotolia.com

Dopo l’ok all’olio ammuffito e deodorato (per poterlo mettere in commercio) dall’Europa arriva un’altra brutta sorpresa. La Commissione sta lavorando alacremente per dare il via libera ai cosiddetti “nuovi alimenti” con l’obiettivo di liberalizzarne il commercio in tutti i ventisette Paesi. Senza alcuna indicazione in etichetta, naturalmente.
Il copione ricalca quello del regolamento sull’etichettatura d’origine, votato a larghissima maggioranza dal Parlamento di Strasburgo, che il Consiglio europeo ha poi smontato pezzo per pezzo. Limitando l’obbligo alle sole carni. In questo caso l’Europarlamento ha approvato una risoluzione che blocca la vendita di alimenti derivati da animali clonati, frutto dell’ingegneria genetica. E ancora una volta Bruxelles manovra per aggirare il voto dell’assemblea. «Quando una mucca non è più una mucca? Quando è clonata». Comincia così il servizio visibile su EuroparlTV, la televisione via Web del Parlamento europeo. Agitando lo spettro di una nuova guerra commerciale con gli Usa – pronti a rifilarci milioni di capi manipolati – la Commissione e il Consiglio della Ue vogliono varare entro marzo la direttiva sui «nuovi alimenti».
Ma per funzionare la nuova normativa richiede che sull’etichetta non compaia la reale origine della carne. Provate a immaginarvi di trovare sul bancone del supermercato un vassoio di roast beef che rechi in buona evidenza: «Carne di animale clonato». La acquistereste? Penso proprio di no. Da qui la necessità di non dichiarare la provenienza sulla confezione.
Per rafforzare l’urgenza di dare il via libera alla “liberalizzazione” (la direttiva riguarderebbe bovini, suini e ovicaprini) Bruxelles si appella alla necessità di far fronte all’emergenza alimentare che ha scatenato le rivolte nel mondo arabo. Dimenticando che mucche e vitelli clonati costerebbero troppo per finire nei piatti dei consumatori egiziani, tunisini o libici.
Alla fine la beffa sarebbe doppia. Dopo aver limitato alla sola carne l’obbligo dell’etichettatura d’origine ora la Commissione vuole far sparire dal cartellino della stessa carne la sua origine transgenica. A questo punto perché non si decide di abolire del tutto l’etichetta? Così evitiamo di prenderci in giro.

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