Questione di etichetta: i cinesi, il vino, lo scelgono così

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Una decina di giorni fa alla Fiera di Parma si è svolta una due giorni dedicata alla Cina: «La strada da percorrere per aver successo nel lontano Oriente». Salto la descrizione dell’evento – pur interessantissimo e proficuo per le imprese che vi hanno partecipato – e vengo al dunque. Ospiti d’eccezione erano tre grandi importatori sul mercato dell’ex Celeste Impero. Di quelli che possono decidere il successo (o l’insuccesso) di un prodotto. Uno, in particolare, mi ha colpito: Manuel J, Arce, direttore di China Wines & Spirits. In dieci minuti, tanto è durato il suo intervento, ha demolito tutti i luoghi comuni sul mercato cinese e sull’esportazione del nettare di Bacco nel Paese con la crescita economica più solida dei cinque continenti.
Ebbene, ecco, secondo Arce, i tre motivi in base ai quali i consumatori cinesi scelgono le bottiglie da acquistare.
Il colore: deve essere rosso come tutti i Bordeaux francesi che godono di stima e fiducia inusitate. Inutile ricordar loro che esiste lo champagne Non parliamo del nostro spumante.
L’etichetta: di preferenza deve raccontare la storia di una famiglia di vignaioli (europei ma non solo, visto che si consumano pure bottiglie provenienti dal Sudamerica e dal Cile in particolare) e riportare preferibilmente l’immagine di un castello o di una dimora nobiliare. Una testimonianza inconfutabile, nell’immaginario dei consumatori, sul prestigio di quanto stanno bevendo.
Il prezzo: più un vino è costoso più è buono. Le bottiglie che si bevono nelle occasioni conviviali non possono essere a buon mercato. Sono vissute come uno status symbol. Se costano poco c’è il rischio, per i padroni di casa, di fare brutta figura con amici e parenti.
Vale la pena di ricordare che nel Paese della Muraglia non è all’opera alcun Mario Monti: spendere, consumare, gratificando sé stessi e i propri amici, non è vissuto con un senso di colpa. Né è in atto la caccia all’uomo verso gli evasori (o presunti tali) che si permettano in piena crisi (parlo della Vecchia Europa)  di spendere, ostentando la propria ricchezza. Un’aspirazione edonistica a fare la miglior vita possibile (così si è espresso Manuel Arce) pervade tuttora la maggior parte dei consumatori cinesi.
Dunque, se volete esportare vino nel maggior mercato al mondo, occhio all’etichetta!

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