Siamo i più tecnologici d’Europa. Alla faccia dell’Agenda digitale

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Nella classifica delle spese per l’acquisto di dispositivi elettronici gli italiani sono di gran lunga primi d’Europa. In pratica siamo il popolo più hi-tech del Vecchio Continente. Alla faccia di chi continua di dipingerci come i meno evoluti e pure i meno acculturati  in tema di utilizzo del digitale. La verità è un’altra: tutto l’apparato della pubblica amministrazione è rimasto al Giurassico. Anzi al Pleistocene, e vive tuttora di procedure, moduli, registri, elenchi, documenti, autorizzazioni. Quando i lobbisti delle multinazionali tornano alla carica per sensibilizzare i giornalisti sull’urgenza degli investimenti digitali, pensano alle commesse ricchissime della pubblica amministrazione. Dei privati cittadini e delle loro connessioni alla rete, veloci o lente che siano, non gliene frega nulla. Ogniqualvolta uno di questi presunti «paladini» del progresso digitale cerca di sensibilizzarmi (è accaduto in passato ed accadrà ancora in futuro) viene respinto con perdite. Vi confesso che provo anche un certo piacere perverso  a maltrattarli, purtroppo soltanto telefonicamente.

I dati che smentiscono una volta per tutte gli scenari apocalittici descritti dagli sponsor dell’Agenda digitale sono arrivati da una ricerca commissionata dalla Samsung, la casa coreana che ha invaso il mondo con smartphone, televisori, lavatrici, portatili, lavastoviglie. Il 98% degli italiani ha un telefonino, il 93% un computer, quasi uno su due possiede un tablet e il televisore è presente in 93 case su 100. Siamo i più tecnologici d’Europa: in soli tre mesi arriviamo a spendere 559 euro per i dispositivi digitali, considerando come tali tutti quelli che utilizziamo, dagli smartphone alle lavatrici appunto. Nella classifica del Samsung Technomic Index precediamo gli spagnoli che sempre in tre mesi riescono a spendere «appena» 360 euro, i tedeschi con 323 e gli inglesi (274 euro).

A sgombrare il campo da ogni possibile equivoco è arrivata anche un’indagine della Deloitte. Ben 44 italiani su 100 utilizzano ogni giorno  computer, tablet e smartphone assieme. Lo scorso anno erano appena 31. Dunque la tendenza è verso una forte crescita.Infografica DELOITTE

I piagnoni dell’Agenda digitale prendano atto della realtà: gli italiani, pur con tutte le limitazioni legate a infrastrutture di rete fisse e mobili largamente insufficienti, si sono trasformati in un popolo digitale. La pubblica amministrazione è ancora al Medioevo. Ad essere arretrati non siamo noi ma i modelli organizzativi dei soggetti che operano nel settore pubblico. Dunque non è un problema di tecnologie ma di impostazione mentale e soprattutto di negligenza e incapacità organizzativa di uffici e servizi che, al massimo, riescono a trasferire nell’ambiente digitale procedure di derivazione ottocentesca, quando si scriveva con la matita copiativa.

D’ora in poi, ogni volta che un lobbista dell’Agenda digitale cercherà di convincermi a perorare la sua causa, lo rimanderò a questo post.

 

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