Svezia, Olanda e Germania vogliono cancellare la data di scadenza dalle etichette

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L’Europa vuol togliere la data di scadenza dalla maggior parte delle etichette alimentari. In pratica dovrebbero sparire le scritte «da consumarsi preferibilmente entro…» dalle confezioni di prodotti come pasta, riso, caffè, olio extravergine, birra, pelati e formaggi duri. Il tema è all’ordine del giorno della riunione che il Consiglio Agricoltura della Ue tiene oggi a Bruxelles. I ministri dei 28, incluso il nostro Maurizio Martina, dovranno pronunciarsi sulla proposta avanzata da Olanda e Svezia, con il sostegno di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo. Il solito blocco nordeuropeo.

La proposta non riguarderebbe, naturalmente, i prodotti deperibili, come latte, carne e yogurt, ma viene incontro alle richieste della lobby industriale e distributiva. Le catene della Gdo, infatti, dopo i tagli al personale, faticano a tenere sotto controllo i banconi, rimuovendo le confezioni «scadute». Così chiedono all’Unione europea di cancellare dall’etichetta il termine minimo di conservazione.

Un passo indietro sulla trasparenza dei cibi che portiamo in tavola. Certo, così butteremo via meno derrate alimentari, noi e le catene della grande distribuzione. Ma cosa accadrà visto che già oggi sui banconi dei supermercati si trovano prodotti scaduti da mesi e talvolta da anni?
La riunione si è chiusa con la presa d’atto da parte della Commissione della proposta di abolire il termine minimo di conservazione dalle etichette. Di più: il commissario alla Salute Tonio Borg (quello che ci ha affondato le ultime due leggi sulla tutela del made in Italy) ha fatto sapere che la Commissione ne terrà conto nel documento sulla sicurezza alimentare preannunciato per giugno. Brutto segnale: se oltre al Consiglio della Ue fosse d’accordo anche l’eurogoverno rischiamo di subire l’ennesimo atto dirigista. Con l’Europa che ci impone pure di mangiare i cibi scaduti.

[aggiornato il 20 maggio 2014]
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