Desecretato il documento sulla Nato economica: Dop e Igp possono sparire

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Il Consiglio Ue ha reso pubblico il documento contenente il mandato dei nostri negoziatori per il Trattato transatlantico di libero scambio. Con la Nato economica in pericolo le denominazioni d’origine

Alla fine l’Europa ha deciso di togliere il segreto sul negoziato per l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Il Ttip, bruttissimo acronimo che sta per Transatlantic trade and investment partnership, più conosciuto come Nato economica, è diventato di pubblico dominio. Per lo meno ora è noto il documento stilato dal Consiglio della Ue con le direttive per i negoziatori europei. Ecco il link da cui lo potete scaricare. Vale la pena di leggerlo attentamente, tenendo conto che in questi casi il diavolo si nasconde nei dettagli. È importante anche quel che non c’è scritto.

Al made in Italy e alla tutela dell’origine è dedicato un passaggio sintetico ma pericolosissimo [punto 11, pagina 5]:

I negoziati mireranno a conciliare l’approccio della UE e degli Stati Uniti in materia di norme di origine in modo da facilitare il commercio tra le Parti e tenere conto delle norme di origine della UE e degli interessi dei produttori dell’Unione.

I due approcci, in realtà si escludono. O vale uno oppure l’altro. In Europa le denominazioni d’origine, Dop e Igp, sono tutelate da disciplinari di produzione molto rigidi. Ma quelle stesse denominazioni vengono declinate negli Usa come «nomi comuni». I grandi produttori (in realtà sarebbe meglio dire: taroccatori) del Wisconsin e della California hanno addirittura fondato un Consorzio per la difesa dei nomi comuni proprio per contrastare le nostre legittime richieste di veder tutelati i campioni del made in Italy.

Caduta la richiesta europea di estendere anche agli States le norme sulla non imitabilità di Dop e Igp, ora gli americani pretendono libero accesso ai nostri mercati per i loro tarocchi: Parmesan, Combozola, Italian Grana e via dicendo. Su questo il negoziato si era interrotto. Ora la decisione di Bruxelles di rendere pubblico il documento su cui si sviluppa la trattativa può preludere a un’accelerazione improvvisa.

Vista la posta in gioco, la tutela del vero made in Italy, mi chiedo come si possa spiegare il silenzio delle organizzazioni di categoria italiane sul trattato Ttip. A cominciare da quelle dei produttori agricoli. Se c’è un momento per picchiare i pugni sul tavolo e portare in piazza gli associati è questo: entro la primavera potrebbe arrivare la bozza (definitiva) di accordo. A quel punto, come sempre quando si tratta della Ue, gli spazi di manovra sarebbero ridotti a zero. Sveglia!

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