Gli editori tedeschi mettono la museruola a Google

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Nuovo capitolo nella guerra che oppone Google alla potente Vg Media, il sindacato degli editori tedeschi. Il capo di Big G in Germania,  Philipp Justus ha annunciato sul proprio blog che dal 9 ottobre il motore di ricerca più usato al mondo si limiterà a indicizzare i titoli degli articoli pubblicati dalle 200 testate aderenti a Vg Media. Scompariranno gli snippet, vale a dire le prime righe del testo o il sommario e soprattutto le immagini in miniatura. La decisione arriva dopo un lungo braccio di ferro che ha opposto il gigante delle ricerche web e le testate tedesche i cui editori chiedono il pagamento dei diritti d’autore. Già, per quelle poche righe di testo che compaiono nelle ricerche, pretendono di essere remunerati, in base a una legge tedesca sul diritto d’autore, approvata da Berlino in tutta fretta nel 2013.

In tutto sono 170 i siti web delle testate che chiedono soldi alla società fondata da Sergey Brin e Larry Page: le più note sono la Bild e Die Welt, ma non mancano neppure venti emittenti televisive e parecchie stazioni radiofoniche. La contesa non riguarda altre testate importanti come lo Spiegel e Handelsblatt.

Sinceramente faccio fatica a immaginare come si possa capire cosa contenga un articolo in assenza dello snippet e del thumbnail, la foto in miniatura. E capisco fino in fondo la decisione di Google. Non condivido invece la condanna da parte dei molti che parlano di «punizione eccessiva» per i media tedeschi. Guardacaso T-Online, il motore che appartiene alla Deutsche Telekom, ha addirittura escluso le testate iscritte dalla Vg Media dalle proprie ricerche.

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