Alla fine la proprietà turca della Pernigotti ce l’ha fatta: in data 18 marzo 2019 è giunto alle organizzazioni sindacali un messaggio di posta elettronica certificata con un oggetto che lascia poco margine alla fantasia: cessione di ramo d’azienda. Mittente la Pernigotti Spa, assistita per l’occasione dallo studio legale Arlati Ghislandi di Milano.

rivendita Pernigotti

Ad essere ceduta è la divisione che produce preparati per la gelateria artigianale e che fino al 2013, quando la società ancora faceva capo alla famiglia Averna, era la cassaforte dell’azienda di Novi Ligure. Fino a due terzi del fatturato arrivavano proprio dalle basi per i gelati, un segmento del mercato in cui la Pernigotti, per la qualità delle produzioni, era leader in Italia.

VIA IL MARCHIO GELATIERO

Viene venduto – per ora non si sa a chi né a quanto – il marchio Pernigotti 1860 – I maestri Gelatieri Italiani (le maiuscole sono nel documento ufficiale) e dunque anche se la società fondata quasi 160 anni or sono da stefano Pernigotti non c’entrerà più nulla, continueremo a vedere in giro vaschette di gelato con lo storico marchio novese.

Avranno un nuovo padrone (mi piange il cuore a scriverlo ma è così) pure 22 dipendenti occupati nel ramo gelatiero. Venduti e comperati, come se si trattasse di macchinari, finiranno per essere ostaggio di chi vuole spuntare le armi in mano di quanti intendono proseguire la battaglia per una Pernigotti italiana. Sparare contro i gelati Pernigotti significherà mettere a rischio il posto di queste 22 persone. Non lo farò di sicuro e invito i miei lettori ad astenersi da eventuali campagne di boicottaggio su questi prodotti.

I fratelli Ahmet e Zafer Toksoz

Ma ora che i fratelli turchi Toksoz sono riusciti a cedere la gelateria per fare cassa – «ricostituzione della liquidità necessaria a finanziare la prosecuzione delle attività aziendali», si legge nella lettera inviata alle organizzazioni sindacali – quale imprenditore vorrà mai impegnarsi per stringere contratti di fornitura per realizzare conto terzi per la Pernigotti, i prodotti meno redditizi del vecchio impero dolciario? Senza la gelateria vengono a mancare i due terzi del fatturato.

INDUSTRIALI SÌ. MA A ISTANBUL

La proprietà turca ha comunque le idee parecchio confuse al proposito: con la cessione, è scritto nella missiva, Pernigotti «sarà in grado di intraprendere e realmente attuare la focalizzazione delle attività aziendali verso il vero core business della società, consistente nella vendita e nella distribuzione di cioccolato, creme spalmabili e torrone». Che sia questa l’attività principale dell’azienda lo hanno deciso i Toksoz, dopo aver portato in rosso profondo la produzione. Il core business per 160 anni. Ma soprattutto fatico a capire come una società commerciale che si limiti a vendere e distribuire dei prodotti, possa diventare un player industriale. A meno che non si definisca così in virtù della produzione, che già avviene in Turchia, di creme spalmabili e tavolette di cioccolato a marchio Pernigotti, realizzate da anni in uno stabilimento in riva al Bosforo (di questo però tratterò prossimamente in un altro articolo). 

Lo spezzatino alla turca è sul fuoco. I cuochi di Istanbul contano di cucinarlo a puntino entro la fine di aprile, quando è attesa la firma del contratto di cessione dei gelati. Sulle altre portate, che promettono di essere ugualmente indigeste, tornerò presto. 

Print Friendly, PDF & Email

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here