Giusto preoccuparsi per il futuro del pianeta su cui abitiamo. Giusto, anzi, sacrosanto allarmarsi per i cambiamenti climatici che stanno avvenendo, anche se in epoche storiche e preistoriche la Terra ha attraversato lunghi periodi di riscaldamento senza che vi fosse nulla di quello a cui oggi si fa risalire il fenomeno.

Ma non è di questo che voglio occuparmi. Non mi interessa attizzare la polemica fra ambientalisti e negazionisti. Né parlerò di Greta Thunberg. È sensato chiedere di vivere in un mondo più pulito e di non inquinarlo. Capisco anche chi si incazza per questo. Ma è importante scegliere gli interlocutori giusti. Prendiamocela con chi inquina davvero.

GRANDI PRODUTTORI DI INQUINAMENTO

E chi sono i grandi inquinatori mondiali? Quali sono i Paesi e le comunità cui si deve la gran parte delle emissioni nocive che avvelenano l’aria e (forse) provocano i cambiamenti climatici? La risposta è scomoda, ma bisogna prenderla in considerazione, altrimenti si rischia di guardare il dito che la indica e non la luna. A inquinare di più sono i Paesi in via di sviluppo. Non la Vecchia Europa o gli Stati uniti, che sono nel mirino  di chi protesta. No, a produrre la maggior parte delle emissioni inquinanti sono Cina, india, Medio Oriente, Africa e America centrale.

Ma non perché lo dica io. A redigere la mappa mondiale dell’inquinamento atmosferico è il Waqi Project, un’iniziativa indipendente che censisce i dati sulla qualità dell’aria proveniente da una rete di centraline mondiali.  Ed ecco situazione rilevata domenica 17 marzo 2019…

Questi, invece, sono i dettagli dell’inquinamento nelle principali macroaree del pianeta: Europa, Asia e America settentrionale.

E questa è la palette dei colori che permette di decodificare il grado di inquinamento per ogni stazione di rilevamento. Nel sito del Waqi Project  è spiegato tutto, sulla rete dei sensori di rilevamento, la frequenza con cui vengono aggiornati i dati e il tipo di inquinante che può essere impostato a scelta, in modo da avere una cartina diversa per ciascuna sostanza dannosa. Con un’avvertenza: le zone del planisfero dove mancano del tutto i dati sono tali per due motivi: la presenza degli inquinanti non viene rilevata (Africa centrale) oppure perché non viene comunicata (Russia).

Capisco che non sia politically correct prendersela con i veri inquinatori, la Cina, l’India o il Messico, ad esempio. Ma accusando i governi dei Paesi occidentali si sbaglia bersaglio. E tutta la vicenda assume i connotati della farsa.

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