L’Expo, i visitatori contestati e i tornelli bolliti. Ecco perché Sala ha sbagliato

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Il commissario unico dell'Expo Giuseppe Sala

Nuovo capitolo del giallo sui visitatori dell’Expo. In settimana il commissario unico Giuseppe Sala ha riferito alla Commissione consigliare del comune di Milano. L’atmosfera era tesa, dopo che Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale, aveva addirittura inviato una lettera al prefetto per conoscere i numeri reali di quanti hanno varcato i cancelli dell’esposizione universale. In discussione non erano tanto i biglietti fatturati ed emessi da Expo che al 20 luglio sono poco meno di 9 milioni e mezzo. Su quelli nessuno ha nulla da ridire. La polemica è sugli accessi fisici attraverso i tornelli che punteggiano i varchi al quartiere espositivo.

E in effetti in questi mesi le cifre si sono sprecate. Assieme alle polemiche seguite ad ogni annuncio. A maggio i visitatori sarebbero stati 2,7 milioni, a giugno 3,1 e al 15 di luglio 1,3. Sarebbero: il condizionale è d’obbligo perché soltanto questa settimana si è scoperto che i numeri annunciati da Sala sono in realtà pure e semplici stime, calcolate anche con l’aiuto dei dati sugli accessi ai singoli padiglioni. Che poi chissà come fanno a loro volta a stabilire gli ingressi, visto che nessuna delle installazioni predisposte dai 103 Paesi partecipanti ha un sistema di controllo elettronico degli accessi. Dunque sui giornali e pure sui social network ci siamo accapigliati non sui numeri reali ma su proiezioni fatte a tavolino. Chissà come, poi.

La contabilità effettiva e puntuale sugli accessi non si può conoscere, ha spiegato Sala, sostanzialmente per tre motivi. Eccoli:

 Nei primi dieci giorni di maggio i sistemi elettronici hanno funzionato male

Con le scuole e per evitare resse abbiamo fatto entrare classi intere facendo soltanto il controllo radiogeno

Il gran caldo degli ultimi giorni ha mandato in tilt alcuni lettori che non hanno funzionato a dovere

Purtroppo però scopriamo soltanto ora che i dati sugli afflussi erano viziati dall’impossibilità di registrare puntualmente gli accessi fisici dei visitatori. E non è poco. Certo, a guardare i biglietti staccati, ben 9.367.554 a metà luglio, l’Expo rischia di essere comunque un buon successo. Ma Sala avrebbe dovuto chiarire prima che le comunicazioni mensili sull’affluenza si basavano su pure e semplici stime. Lo imponeva il dovere di chiarezza. A questo punto, anche per gli expottimisti come il sottoscritto, diventa difficile dar torto ai dubbiosi. Anche se  – lo dico da vecchio mestierante del giornalismo – le campagne di demolizione sistematica dell’esposizione universale lanciate da alcuni giornalissimi, puzzano comunque di bruciato. Come i lettori dei codici QR stampati sui biglietti, bolliti dalle temperature africane di questi giorni.

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