Fontana (Lega Nord): «L’apertura delle frontiere col Marocco danneggia gli agricoltori italiani»

0
506
Lorenzo Fontana
La Commissione europea vuole liberalizzare gli scambi di prodotti agricoli con il Marocco. Frutta, verdura, cereali ma anche olive e olio in arrivo da Rabat potrebbero invadere così i nostri mercati per finire in vendita nei supermercati a prezzi inferiori ai costi di produzione dei nostri agricoltori. Lorenzo Fontana, parlamentare europeo della Lega Nord e coordinatore della Commissione Agricoltura a Strasburgo, ha presentato in settimana una proposta di parere contrario all’apertura delle frontiere col Marocco. A lui chiedo: questo non è forse dumping nei confronti dei nostri agricoltori?
«La proposta di regolamento sottoposta al nostro vaglio in effetti è troppo squilibrata in favore della controparte marocchina. Così ho dato indicazione alla commissione parlamentare competente, quella per il commercio internazionale, di respingere l’attuale versione. Per il resto, ha già detto tutto lei. L’invasione di cui parla è una prospettiva concreta. I costi di produzione e della  manodopera e le normative fitosanitarie sono alcuni tra gli elementi discriminanti che effettivamente andrebbero a creare una situazione di scorretta concorrenza».
E quali sono gli interessi in gioco? Perché Bruxelles si ostina a seguire una politica che danneggia le nostre produzioni?
«A livello europeo le leggi si fanno cercando di accogliere gli interessi di aree produttive con vocazioni troppo diverse tra loro. Nel caso dell’accordo col Marocco i paesi dell’Europa continentale – con caratteristiche climatiche tanto diverse – preferiscono avere la possibilità di acquistare determinati prodotti a prezzi più concorrenziali. Ma noi dobbiamo anche tutelare le produzioni locali».
Cosa pensa, poi, del progetto per liberalizzare la vendita di carne da mucche clonate sui mercati dei Ventisette? Questa volta è il Consiglio della Ue che sta manovrando per renderla possibile, in barba a una pronuncia del Parlamento di Strasburgo…
«Sono da sempre contrario ai novel food. Ieri è fallita la conciliazione tra Consiglio e Parlamento su questo tema molto delicato. Non mi capacito del fatto che la tecnologia debba entrare ovunque, anche nei prodotti alimentari. Il benessere degli animali e soprattutto quello umano devono essere alla base di ogni decisione ragionevole».
Come andrà a finire il confronto fra l’Italia e Bruxelles sulla legge per l’etichettatura obbligatoria che il nostro Parlamento ha approvato a gennaio? I commissari Dalli (Salute) e Ciolos (Agricoltura) hanno già fatto suonare i tamburi di guerra. Cosa possiamo aspettarci?
«La Commissione ha attaccato l’Italia perché avrebbe fatto una fuga in avanti mentre è in discussione il regolamento Ue che disciplinerà la materia. Questo regolamento andrà in aula ad aprile per la votazione in seconda lettura, ma è molto probabile che si arrivi alla conciliazione (una terza lettura in cui Parlamento e Consiglio cercano di arrivare a un accordo, ndr). Insomma, tra una cosa e l’altra passerà ancora del tempo. Una volta approvato il regolamento europeo, tutte le normative nazionali dovranno allinearsi. Ma se nel frattempo si verificasse una vacatio legis, come in questo caso, per quale ragione giuridica a uno Stato dovrebbe essere impedito di legiferare?».
Un’ultima domanda. Ho l’impressione che Commissione e Consiglio della Ue si muovano in una logica poco rispettosa del Trattato di Lisbona. Spesso ignorano o addirittura cancellano le pronunce del Parlamento europeo, unico organo elettivo dell’Unione. Accade regolarmente, per esempio, su temi riguardanti la trasparenza, la tracciabilità. la tutela delle produzioni tipiche, l’agricoltura. Non è tempo di mettere all’ordine del giorno in Europa, una verifica sul meccanismo in base al quale si formano le decisioni politiche della Ue?
«Probabilmente Consiglio e Commissione ragionano ancora per inerzia, dimenticandosi che con il Trattato di Lisbona le prerogative del Parlamento europeo sono aumentate e che in linea di principio i cittadini dovrebbero avere maggior voce in capitolo, per mezzo dei rappresentanti che hanno eletto».
Print Friendly, PDF & Email

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here