Altroché inasprire le sanzioni: arriva il colpo di spugna che depenalizza quasi tutti i reati alimentari, dalla sofisticazione alla truffa vera e propria, fino all’adulterazione di cibi e ingredienti utilizzati nella loro preparazione. Non è più reato nemmeno vendere o servire derrate alimentari in cattivo stato di conservazione così come immettere sul mercato llio extravergine miscelato con olio di semi. Il Decreto legislativo numero 27 del 2021, pubblicato recentemente sulla Gazzetta Ufficiale cancella quasi tutta la legge 283 del 1962 sulla sicurezza alimentare che per oltre mezzo secolo ha consentito agli organismi di controllo – dai Nas dei Carabinieri fino all’Ispettorato centrale antifrodi – di perseguire i comportamenti fraudolenti.

I REATI CHE SPARISCONO

È molto grave, in particolare, che sia stato cancellato l’articolo 5 della legge 283/62, grazie al quale si poteva perseguire chi utilizzi sostanze alimentari private degli elementi nutritivi, mescolate con altre sostanze di qualità inferiore o che abbiano subito trattamenti atti a cambiarne la composizione naturale, oppure che siano in cattivo stato di conservazione, contaminate da agenti batterici, microbici o virali. Sempre l’articolo 5 prevedeva la messa in stato d’accusa di chi dovesse aggiungere additivi chimici non autorizzati, o dovesse mettere in commercio derrate alimentari contenenti residui di prodotti tossici utilizzati in agricoltura per la protezione delle piante. I pesticidi, ad esempio.

Ecco, tutta questa fattispecie di comportamenti furfanteschi che prima erano punibili anche con l’arresto, la revoca della licenza e in caso di recidiva perfino una pena detentiva, in forza del Decreto legislativo 27/2021 si potranno sanare pagando una semplice ammenda.

CANCELLATE LE CONDANNE IN GIUDICATO

Ma la portata del provvedimento è tale da rappresentare una sanatoria perfino per chi avesse giù subito una condanna passata in giudicato ed ora potrebbe chiedere la revisione del processo con la cancellazione della sanzione e della menzione nel casellario giudiziale. Una “ripulitura” totale al punto che potrebbe partecipare perfino alle aste pubbliche per la fornitura di derrate alimentari o servizi di ristorazione.

ministero della salute

A firmare il decreto, oltre all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono stati gli allora ministri ministri Amendola (Affari europei), Speranza (Salute), Di Maio (Esteri), Bonafede (Giustizia), Gualtieri (Econonia), Boccia (Affari regionali), Patuanelli (Sviluppo) e Guerini (Difesa). Ma da quel che mi risulta a redigere il testo contenente le norme più controverse sarebbero stati i tecnici del Ministero della Salute, andando ben oltre il perimetro stabilito dalla Legge di delegazione europea n. 117/2019 che vincolava i Paesi Ue ad adeguare le normative nazionali al regolamento Ue 625/2017 sull’armonizzazione dei controlli svolti a tutela della salute pubblica.

DRAGHI CORRE AI RIPARI

Roberto Speranza
Roberto Speranza

Le proteste più significative, da quel mi risulta, sarebbero arrivate da Coldiretti e dall’Osservatorio sulle agromafie, guidate dall’ex giudice Gian Carlo Caselli e hanno colto nel segno: al Consiglio dei ministri di oggi dovrebbe arrivare in approvazione una nuova norma compilata dai tecnici del Ministero della Giustizia, destinata ad abrogare alcune delle prescrizioni del decreto contenente il colpo di spugna. In pratica Draghi ci mette una pezza e scarica gli effetti devastanti del Decreto 27. Vediamo come va a finire. Io sono pronto a raccontare tutti gli sviluppi della vicenda.

Sarebbe interessante capire, fra l’altro, se il ministro della Salute Roberto Speranza fosse al corrente di quel che stavano preparando i tecnici del suo ministero. Fino a che punto abbia percepito gli effetti del colpo di spugna e cos’abbia fatto per evitarlo. Infine, se abbia in animo iniziative disciplinari nei confronti degli autori materiali della porcheria che ha condotto alla depenalizzazione dei reati alimentari.

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