I piccoli produttori di Unionalimentari-Confapi dicono no all’etichetta

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Mi tocca di registrare l’ennesima levata di scudi contro l’etichettatura d’origine obbligatoria per i prodotti alimentari. La legge approvata il 18 gennaio scorso puzza ancora dell’inchiostro con cui è stata stampata alla Camera dopo il via libera della Commissione agricoltura, che arriva un nuovo no. Questa volta tocca alla Unionalimentari, l’organizzazione delle piccole imprese del settore facenti capo alla Confapi.
“La piccola e media industria alimentare rappresentata da Unionalimentari-Confapi –  spiega una nota diffusa dall’Agi – è a favore di qualsiasi iniziativa che possa promuovere il made in Italy agroalimentare d’eccellenza e la tutela del consumatore. Tuttavia, considerando queste due finalità, ci sembra che il Disegno di Legge (qualcuno spieghi a Confapi che è diventato legge dello Stato e non è più un Ddl, ndr) è obbligatorio solo per le imprese nazionali e non per tutti i prodotti commercializzati in Italia. Questo comporta che le altre aziende comunitarie sono libere di commercializzare gli stessi prodotti senza alcuna precisazione in merito all’origine/provenienza”.
Il provvedimento convertito in legge è invece chiarissimo. All’articolo 4 recita:

“Al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati (…) è obbligatorio, nei limiti e secondo le procedure di cui al presente articolo, riportare nell’etichettatura di tali prodotti (…) l’indicazione del luogo di origine o di provenienza”.

Dunque si tratta di tutti gli alimenti commercializzati nel nostro Paese, a prescindere dal fatto che siano prodotti in Italia oppure no.
Non basta. Unionalimentari si dice “convinta che la vera strada per promuovere l’eccellenza agroalimentare italiana e per tutelare il consumatore sia la corretta applicazione dell’autocontrollo basato sui principi HACCP, che le stesse imprese agroalimentari quotidianamente effettuano sui loro prodotti”.
E che sarà mai il protocollo HACCP? Confesso: non ne conoscevo l’esistenza. Ma rimedio subito, grazie a Wikipedia. Si tratta di un sistema di autocontrollo che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto, cito testualmente, al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l’insorgere di problemi igienici e sanitari.

Cosa c’entra l’igiene nella fase di preparazione degli alimenti con l’origine delle materie prime? Chissà… Forse che una bistecca di maiale alla diossina arrivata dalla Germania se viene trattata in ambiente asettico ridiventa salutare? Con questo dubbio spengo il computer e vado a dormire.

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