Usa, quattordici Stati dicono no al super salmone transgenico

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Mentre da noi arriva la notizia che per la prima volta il popolo dei vacanzieri potrà fare la spesa in autostrada a chilometri zero, dagli Stati Uniti rimbalza una polemica inedita per noi che riteniamo tutti gli americani disposti a portare in tavola qualunque alimento geneticamente modificato (Ogm).
Per quel che ci riguarda da vicino, grazie a un accordo fra Coldiretti, Autostrade per l’Italia e Codacons, nelle stazioni di servizio della rete autostradale ci saranno quest’estate gli agricoltori di Campagna amica, quelli divenuti famosi per i farmers market che allestiscono nelle principali città dello Stivale. Dal kit per la tintarella naturale al cestino a km zero fino alle aromatiche da viaggio: gli automobilisti potranno scoprire così i veri prodotti delle nostre terre.
E ora veniamo agli Usa, dove è scoppiata una polemica rovente dopo che la Food and drug administration, la massima Authority federale in materia di alimentazione, ha autorizzato l’allevamento e la vendita di salmone transgenico. Negli States non si applica una distinzione fra le filiere Ogm e quelle tradizionali tanto che circa l’80% dei prodotti destinati a finire sulle tavole degli americani contiene vegetali o animali transgenici. Ma il super salmone frutto dell’ingegneria genetica rischia di far scoppiare una guerra. Già quattro stati – California, Oregon, Vermont e Alaska – stanno lavorando a una legge che renda obbligatoria sul proprio territorio l’etichetta d’origine per il pesce Ogm e altri 10 hanno annunciato di volerli seguire.
Finora le associazioni americane dei produttori alimentari si sono opposte con ogni mezzo all’introduzione dell’etichettatura trasparente che consenta di individuare i cibi Ogm. Ora però, di fronte a un possibile braccio di ferro fra il governo federale e alcuni Stati, stanno pensando di aprire un tavolo di confronto.
Così, anche nella patria putativa degli alimenti transgenici, la fiducia dei consumatori comincia a vacillare. Vuoi vedere che l’Europa riuscirà ad aprire all’ingegneria genetica a tavola proprio quando negli Usa si approva l’etichetta trasparente?

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