Le etichette delle lampadine cambiano il look. Per leggerle bisogna conoscere il costo del kilowattora

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Dal primo settembre cambiano le etichette delle lampadine.Il nuovo look delle confezioni prevede due novità sostanziali: la modifica della  classificazione di efficienza energetica, con una scala di riferimento che va da A++ (altamente efficiente) a E (poco efficiente), rispetto alla precedente classificazione, da A a G. La seconda novità introdotta è forse la più interessante per i consumatori: il dato relativo al consumo ponderato di energia espresso in kWh/1000h, vale a dire in kilowattora per mille ore di accensione su base annua. Grazie a questo nuovo elemento, spiega l’Anie, l’associazione delle imprese elettrotecniche,  «il consumatore sarà informato sul peso dei consumi energetici in bolletta delle diverse tipologie di lampade». In effetti basterebbe fare un calcolo elementare. Moltiplicare cioè il costo del kilowattora per mille e ottenere il costo per tenere accesa quella lampadina 1000 ore l’anno. C’è un però: il kilowattora costa da 18 a 40 centesimi. Dipende dal contratto e dal fornitore di energia. Per lo meno questa è la forchetta dei prezzi nella fascia  che viene definita «a maggiore tutela», con le tariffe fissate dall’Autorità per l’energia. Definire una tariffa di riferimento nel mercato libero, invece, è quasi impossibile.NuovaEtichetta
Quindi, prima di uscire di casa per acquistare una lampadina è necessario segnarsi su un pezzo di carta (o mandare a memoria) la propria tariffa che si può facilmente scoprire – così almeno dovrebbe essere per legge – consultando la bolletta.
Un’ultima nota. Accendere una fonte di luce per mille ore all’anno, significa in pratica tenerla in funzione circa 2 ore e mezza al giorno.

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