L’etichetta d’origine per i campioni della dieta mediterranea è salva. Un decreto scritto a quattro mani dai ministri Teresa Bellanova (Politiche Agricole) e Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico) ha prorogato oltre la scadenza del 31 marzo 2020 l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pasta, riso e sughi di pomodoro. Le norme precedenti decadevano con l’entrata in vigore del Regolamento Ue sull’orìgine dell’ingrediente primario, il 1° aprile scorso. Un risultato importante, anche se si tratta pur sempre di una norma transitoria, valida fino alla fine del 2021, in attesa che il Parlamento europeo riapra il capitolo sulla trasparenza a tavola. Ed è obbligato a farlo dalla sottoscrizione popolare lanciata dalla Coldiretti (Stop cibo anonimo) che ha raccolto oltre un milione e 100mila firme in tutta Europa.

I ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli
I ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli

LATTE E DERIVATI

Ma nel pacchetto delle norme italiane sull’etichetta d’origine, scadute il 31 marzo, ce n’era un altra altrettanto se non più importante. Parlo del decreto introdotto il 19 aprile 2017, che rese obbligatoria la dichiarazione d’origine per latte vaccino, ovicaprino, bufalino e derivati. Dunque latte UHT, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Un provvedimento che condivideva la scadenza con gli altri il 31 marzo scorso.

NOTIFICA A BRUXELLES

Il governo non se l’è dimenticato. E anche se non c’è traccia negli atti ufficiali ho potuto ricostruire cosa stia accadendo. A differenza della norma per pasta, riso e sughi di pomodoro il nuovo decreto su latte e derivati è stato notificato alla Commissione europea. Un passaggio inevitabile, visto che il decreto di tre anni fa era stato inviato a Bruxelles per approvazione. La proroga prevista per l’obbligo di origine è al 31 dicembre 2021. E si suppone che per quella data Parlamento e Commissione Ue abbiano posto rimedio ai pasticci introdotti dal Regolamento europeo di esecuzione numero 775 del 2018. Una norma che poneva sì dei vincoli per la dichiarazione d’origine dell’ingrediente primario, ma molto elastici e facilmente aggirabili.

PERIODO DI SOSPENSIVA

Il nuovo decreto latte e formaggi è stato notificato a Bruxelles lo scorso 21 febbraio e il cosiddetto «periodo di sospensiva» durante il quale la Commissione può sollevare obiezioni, scadrà il 22 maggio. Trascorsi i 90 giorni, in assenza di comunicazioni dall’Eurogoverno, l’Italia potrà rendere esecutiva la norma pubblicandola sulla Gazzetta ufficiale. Non resta che aspettare. Da quel che ho capito il governo italiano si aspetta un assenso tacito. Anche perché, se dovesse accendersi il disco rosso, sarebbe il colpo di grazia per molti dei nostri allevatori, già alle prese con prezzi all’origine quasi coincidenti con i costi di produzione.

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