Giornata di grande confusione per l’etichetta d’origine obbligatoria. Mentre a Roma maturava il rinvio dell’ok definitivo al DDL alla Commissione agricoltura della Camera, la Regione Emilia Romagna ha messo un altro granellino negli ingranaggi della legge. “L’obbligo di indicare la provenienza dei prodotti agroalimentari è una decisione che compete all’Unione europea e non certo alle Regioni”, ha affermato l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia, Tiberio Rabboni (foto). “Abbiamo già avanzato da tempo questa richiesta al governo italiano”, ha aggiunto, “perché si faccia da tramite con l’Unione europea”. Rabboni rispondeva così a Luigi Giuseppe Villani, primo firmatario di una risoluzione presentata dal Pdl all’assemblea regionale emiliana. Nella risoluzione si chiedeva alla Giunta guidata da Vasco Errani di introdurre per tutti i prodotti agroalimentari una etichetta d’origine regionale. La richiesta arrivava, questo va chiarito, dopo l’allarme per i maiali alla diossina allevati in Germania.
Ma non è finita qui. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto Rabboni – come neopresidente di Arepo, l’associazione delle Regioni europee per i prodotti di origine controllata, ribadirò questa richiesta al commissario europeo all’Agricoltura Ciolos e al presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo De Castro.
Qualcuno informi le Regioni, gli assessori e i consiglieri dei parlamentini locali che sulla materia esiste un disegno di legge (DDL) in discussione da oltre due anni fra Camera e Senato.