Pasta a denominazione d’origine sconosciuta

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Fra i tanti prodotti alimentari che non hanno alcuna indicazione d’origine sull’etichetta spicca senza dubbio la pasta. Le confezioni dell’alimento nazionale si distinguono per il tono delle informazioni che trasmettono. Talvolta confidenziale, spesso perfino poetico. Vale la pena di scorrerle.
Iniziamo con le penne rigate Voiello. «Solo il meglio del meglio, diceva Giovanni Voiello», si legge sull’involucro, «e a Napoli arrivavano navi cariche dei grani migliori. Proprio come quelli che vi offriamo oggi, direttamente dalla nostra Riserva Voiello». Con quale frumento sia alimentata questa “riserva” non è dato sapere.
Dalla busta delle penne rigate Agnesi, invece, apprendiamo che si tratta di una «miscela unica», fatta dagrani duri scelti e miscelati da Agnesi nel proprio molino per una pasta al 13% di proteine dal gusto inconfondibile». Amen.
La lettura della scatola di penne Barilla (visibile qui sotto), invece mi induce a sospettare che alla società di Parma lavorino dei veri e propri Superman. Sotto la voce “Il valore della sicurezza”, illustrata da una spiga di grano dorata si dice: «Sappiamo come è fatta la nostra pasta perché, fin dalla semina del grano, oltre 100 professionisti ogni anno la controllano circa 1 milione di volte». Se l’aritmetica non mi inganna questo significa che ciascun “professionista” effettua 10mila controlli l’anno. Immaginando che nessuno di loro faccia ferie e che lavori 5 giorni la settimana farà 41 controlli al giorno, supponiamo su altrettanti luoghi (campi di grano) diversi. I casi sono due: o i campi sono perfettamente attigui, oppure Barilla ha scoperto uno “stargate”, un cancello che permette ai suoi uomini di spostarsi nello spazio-tempo a una velocità superiore a quella della luce. In attesa di capire come ciò sia possibile i consumatori probabilmente si accontenterebbero di sapere da dove provengono questi frumenti supercontrollati. Speranza vana. L’etichetta non lo spiega.
Chissà, poi, se la pasta sarà inclusa nell’elenco dei prodotti per i quali la legge che oggi dovrebbe avere il via libera definitivo alla Camera, prevede l’obbligo dell’etichetta d’origine.

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