Via l’etichetta trasparente: l’Europa vuole impedirci di capire che carne mangiamo

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Domani, al Parlamento europeo, si deciderà il futuro della carne italiana. L’assemblea di Strasburgo è chiamata a votare la proposta con cui la Commissione Ue vuole abolire l’etichettatura facoltativa delle carni bovine. Quelle informazioni che consento di capire ai consumatori, leggendo il cartellino, se la bistecca che stanno acquistano è di qualità oppure no. 

Era il 2000, quando in Inghilterra si scatena l’epidemia di «mucca pazza», la Bse (Encefalopatia spongiforme bovina) e dilaga in tutta Europa: oltre un migliaio di casi in Gran Bretagna, ben 984 in Francia, 415 in Germania e «solo» 142 in Italia. In tutta fretta la Ue corre ai ripari e vara un regolamento (il n. 1760 del 2000) che stabilisce nuove norme di tracciabilità dei bovini e introduce le informazioni obbligatorie da inserire nelle etichette per le carni, per poter intervenire tempestivamente in caso di emergenza, individuando con sicurezza eventuali capi malati, isolandoli e bloccando le carni in commercio. Ma c’è di più: il regolamento, insolitamente ben fatto vista la qualità consueta delle disposizioni prese a Bruxelles, va oltre fino a stabilire a possibilità di fornire informazioni aggiuntive ai consumatori sulle carni  che acquistano, istituendo l’etichettatura facoltativa. Un sistema volontario, controllato da organismi terzi, in ogni fase della filiera: mangimificio, allevamento, macello, punto vendita. In pratica, oltre alle informazioni obbligatorie sul Paese di nascita, allevamento e macellazione del singolo bovino, si può scrivere in etichetta il nome e l’indirizzo dell’allevatore, la razza e l’età del bovino, se è un vitellone oppure una scottona. Informazioni rigorosamente controllate che possono aiutare il consumatore a scegliere. Distinguendo fra la carne di qualità e l’altra.
Ora l’Europa vuole abolire tutta questa seconda parte delle norme sull’etichettatura. Attenti a non lasciarvi trarre in inganno: gli allevatori italiani chiedono da tempo un sistema per consentire ai consumatori di distinguere la loro carne. Il consorzio L’Italia Zootecnica guidato dal vulcanico Fabiano Barbisan ha richiesto ad esempio il riconoscimento ufficiale del disciplinare con cui vengono allevati manzi e vitelli, immaginando addirittura un marchio, il «Vitellone ai cereali sigillo italiano» (a questo link la notizia su Etichettopoli).

Se domani gli europarlamentari diranno sì alla proposta di abolire l’etichettatura volontaria tutto questo non sarà più possibile: faremo sempre più fatica a distinguere sul bancone del supermercato la carne made in Italy di qualità dall’altra. 
C’è poi un dettaglio che rende tutta la vicenda inquietante: sempre la Commissione europea ha in serbo un provvedimento per riammettere nell’alimentazione bovina le farine animali, messe al bando nel 2000 perché furono loro a diffondere il morbo della mucca pazza. Se Bruxelles ottenesse il via libera, gli allevatori senza scrupoli tornerebbero subito ad alimentare i bovini con proteine animali col rischio di innescare una nuova epidemia di Bse. L’etichettatura volontaria rappresenta una buona difesa per i consumatori: il marchio «Vitellone ai cereali sigillo italiano» garantirebbe ad esempio che la bistecca acquistata provenga da un bovino alimentato esclusivamente con proteine vegetali. Niente farine animali. Ma se fosse vietato scriverlo in etichetta?
Ora mi sorge un dubbio: e se fra i due provvedimenti – il voto di domani all’Europarlamento e la proposta di reintrodurre le farine animali – ci fosse una relazione? E’ già accaduto per i prodotti tessili, quando la Ue ci ha impedito di introdurre un sistema per certificare i veri capi made in Italy. La scusa (puerile) era: così si discriminano gli altri e si altera il mercato…
Barbisan ha scritto una lettera a tutti i parlamentari europei chiedendo loro di votare no alla richiesta di abolire l’etichetta volontaria. Speriamo che l’ascoltino.

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2 COMMENTS

  1. Il parlamento ha addottato la sua posizione Mercoledi 12 settembre:

    (20) Section II of Title II of Regulation (EC) No 1760/2000 lays down rules for a voluntary beef labelling system which provide for the approval of certain labelling specifications by the competent authority of the Member State. In view of developments in the beef sector since that Regulation was adopted, the voluntary beef labelling system needs to be revised. That Section should therefore be deleted. Without prejudice to the above, in order to ensure suitable regulation of the voluntary beef labelling system in line with other sectors, the effects of the deletion of that Section should not come into force until it has been replaced by development of the provisions of Union legislation on marketing standards for animal products, or any other rules having equivalent effect.

    Addesso ci vuole una trattativa con il Consiglio per sapere l’esito.

    • Caro Bernard, ero al corrente di questa fase: ora tocca al Consiglio della Ue rendere operativa l’abolizione dell’etichetta facoltativa sulle carni bovine. Poi sarà la Commissione europea a stilare l’elenco delle informazioni che si potranno scrivere in etichetta. E sono pronto a scommettere che non ci sarà nulla di quel che vi compariva finora. Chissenefrega degli interessi dei consumatori?

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