A Piacenza si fa il pane da filiera agricola firmata (tutta piacentina). Elisabetta Montesissa, responsabile relazioni esterne della Coldiretti locale ha annunciato la commercializzazione del pane piacentino frutto di una filiera trasparente e interamente locale. Da sabato 28 aprile in 46 negozi della provincia è possibile acquistare una treccia croccante, la pezzatura tradizionale di queste parti, che i mastri fornai confezionano alla stessa maniera de centinaia d’anni, con la certezza che provenga da queste terre tra il Po e i primi colli dell’Appennino Emiliano. In tutto 100 ettari che danno 2.750 quintali di grano certificato e interamente tracciabile. In mezzo a tante copie di prodotti Made in Italy, fa piacere scoprirne di autentici.
E a proposito di copie proprio in questi giorni mi sono imbattuto in un caso di falso clamoroso: una ricotta italiana prodotta in Russia sotto un marchio improbabilissimo, “Unagrande”, scritto tutto attaccato, ma con tanto di bandierina tricolore fatta a cuore. La ricotta è stata acquistata in un supermercato di Niznij Novogorod, città russa con un milione e 200mila abitanti, da un imprenditore italiano che vi si reca spesso per attività legate all’export. Oltre alla ricotta (di cui pubblico la foto della confezione) nel medesimo supermercato russo era in vendita pure la mozzarella. A produrle una società con sede a Sevsk, la Umalat, sul cui sito web si trovano in effetti pure le immagini di queste finte “specialità” italiane. I caratteri cirillici mi impediscono di approfondire la pratica come meriterebbe ma a prima vista sembrerebbe una imitazione tutta russa, realizzata cioè senza l’aiuto di italiani, come in altri casi recenti. Anche se, grazie al traduttore di Google, si scopre che i «nuovi formaggi freschi sono stati tenuti a battesimo dallo chef Michele Pilla da Napoli», nel corso dell’edizione 2010 del Pir, un salone dell’enogastronomia che si svolge a Mosca. Che sia solo l’inizio?
