Carne di topo e volpe venduta come agnello: la Cina degli orrori a tavola non conosce confini

0
1212

Pensi di comperare tenera e gustosa carne di agnello ma nelle macellerie cinesi ti rifilano lombata di topo e costolette di volpe. Che il mercato cinese si afflitto da vasti fenomeni di sofisticazione alimentare si sa da tempo. Difficilmente però si poteva immaginare che ai cittadini dell’ex Celeste Impero venisse venduta carne di ratto – non parliamo dei topolini da granaio – anziché quella di montone. La polizia di Shanghai, informano le agenzie di stampa – ha arrestato 63 commercianti accusati di avere comprato «carni di volpi, visoni, topi e altri animali che non sono state sottoposte alle ispezioni». Secondo le ricostruzioni del ministero dell’Interno, riferisce Agichina24.it, le carni venivano trattate con gelatina, nitrati altre sostanze, e vendute poi come carne di montone, il cui uso è molto diffuso nella dieta cinese. Le carni venivano smerciate poi nella stessa zona di Shanghai e nella confinante provincia del Jiangsu. Un traffico che sarebbe fruttato, secondo i calcoli del ministero, circa 1,6 milioni di dollari.
L’episodio ha scatenato localmente un’ondata di indignazione. «Quanti topi ci vogliono per fare una pecora?», si chiede ironicamente uno di loro su Weibo, l’equivalente cinese di Twitter. Dello scandalo si è occupato anche il Comitato permanente del Politburo, il vertice del Partito comunista cinese e dello stato. Difficile che ne esca qualcosa di decisivo: per influire su questi fenomeni bisognerebbe cambiare dalla base la filiera agroalimentare cinese, dedita a ogni genere di sofisticazione. Certo, vien da ridere se si pensa che con frequenza quasi settimanale le autorità doganali di Pechino fermano alle frontiere decine di prodotti in arrivo dall’Occidente, sfruttando normative sanitarie che paiono studiate per ostacolare i nostri prodotti e favorire quelli locali.

Print Friendly, PDF & Email

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here