In questi giorni di emergenza si è tanto discusso dei cibi tutti italiani e dell’importanza di privilegiarli rispetto agli alimenti importati, per sostenere il nostro sistema produttivo. Su queste pagine ho scritto e riscritto di come scegliere gli alimenti made in Italy. Questa volta parlerò del perché è importante farlo.

I motivi per mettere nel carrello solo derrate 100% italiane sono numerosi e mettono in gioco diversi temi. Dalla sicurezza al lavoro, alla competitività del nostro sistema produttivo fino alla tutela della biodiversità e delle nostre tradizioni alimentari centenarie. Ecco i principali.

SICUREZZA. In Italia abbiamo il sistema di controlli più severi al mondo sulle filiere produttive. Non c’è anello della catena che porta dai campi o dagli allevamenti fino alla tavola che sfugga alle verifiche. Ad effettuarle sono dieci istituzioni diverse: Aziende sanitarie locali, Ispettorato centrare repressione frodi, Carabinieri per la tutela della Salute, Carabinieri per la tutela Agroalimentare, Carabinieri Forestali, Capitanerie di porto, Guardia di Finanza, Posti di ispezione frontaliera, Uffici di sanità marittima e aerea di frontiera, Agenzia delle dogane. Complessivamente questi soggetti effettuano oltre mezzo milione di ispezioni all’anno su oltre un milione di attività diverse fra agricoltura, industria e distribuzione.

LAVORO E RICCHEZZA. Dalla produzione di materie prime, nei campi e negli allevamenti, fino alla loro trasformazione artigianale o industriale, alle consegne, alla vendita e alla ristorazione. I cibi tutti italiani creano infinite opportunità lavorative da noi. La filiera agroalimentare allargata rappresenta oggi il primo settore economico del Paese con 538 miliardi di euro di fatturato e 3,6 milioni di occupati. Ha un valore aggiunto di 119 miliardi che è pari all’intero Pil di Norvegia e Danimarca sommato assieme.

FILIERA. Un alimento ottenuto soltanto da materie prime tricolori dà valore a tutta la catena che va dal campo alla tavola. I margini si spalmano su tutta la filiera rendendola sostenibile da un punto di vista economico e sociale e non si limitano ad arricchire chi confeziona o distribuisce prodotti acquistati in giro per il mondo.

UNICITÀ E COMPETITIVITÀ. Le derrate 100% Italia sono uniche anche nel panorama mondiale e rafforzano il nostro vantaggio competitivo sui mercati proprio grazie alla loro unicità che consente anche di smascherare, per confronto, i numerosissimi tarocchi prodotti in giro per il mondo che generano un fatturato annuo vicino ai 100 miliardi di euro. Tutti soldi sottratti alle nostre imprese. Se recuperati anche in parte potrebbero contribuire alla creazione di decine di migliaia di nuovi posti.

TRADIZIONI. Il vero made in Italy evita lo spopolamento degli ambienti rurali e la scomparsa delle culture alimentari locali sulle quali si fonda la stragrande maggioranza dei nostri prodotti, a cominciare dalle Dop (Denominazioni d’origine protette) e Igp (Indicazioni geografiche protette). Senza dimenticare le migliaia di Prodotti agroalimentari tradizionali, i Pat, spesso colpevolmente misconosciuti, ma depositari di consuetudini centenarie.

TASSE. Le filiere interamente localizzate nel nostro territorio garantiscono un gettito fiscale e contributivo importante. Chi produce tutto qui paga imposte in Italia, rende sostenibile l’intero sistema produttivo legato al cibo tricolore e contribuisce a rende sostenibile anche il sistema previdenziale, con un beneficio diretto anche per le altre categorie.

BIODIVERSITÀ. I cibi tutti italiani garantiscono la sopravvivenza degli ecosistemi in cui sono inserite le colture delle materie prime alimentari utilizzate per produrli. La posta in gioco è evidente se si pensa all’agricoltura e all’allevamento di montagna: dove sono scomparsi si moltiplicano i rischi di frane, alluvioni e incendi. L’ambiente abbandonato a sé stesso diventa un problema per tutti.

cibo italiano

 

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